Muore sul Bianco: «Imprudente e senza attrezzatura alpinistica»

È morto perchè «ha voluto superare degli alpinisti che procedevano lungo la traccia. Ha messo così i piedi sulla neve ghiacciata, scivolando su un pendio ripido, con un’inclinazione di 45-48 gradi. Senza attrezzatura alpinistica, non ha potuto fermarsi ed è precipitato». Così, in base alle testimonianze raccolte dai soccorritori, ha perso la vita ieri sul Monte Bianco un ventottenne francese, residente in Bretagna. Lo spiega Stephan Bozon, comandante del Peloton de gendarmerie de haute montagne (Pghm) di Chamonix.

«Era vestito con abbigliamento leggero e con scarpe da trail, quindi non aveva scarponi da alpinismo, ramponi e tutta l’attrezzatura necessaria per l’ascensione (in violazione dell’ordinanza del sindaco di Saint-Gervais, ndr)», sottolinea Bozon. Il giovane è caduto «per 300 metri di dislivello, su una distanza di 400 metri, dal versante nord della Cresta delle Bosses, nella stessa zona dove il 17 agosto è precipitato ed è morto un altro trailer», un quarantaseienne di Lione (Francia).

Partito mercoledì sera da Les Houches, è arrivato con un amico fino al rifugio di Tete Rousse (3.167 metri). Poi, verso le 22, ha proseguito da solo alla volta della cima, raggiunta intorno alle 6. L’incidente è avvenuto durante la fase di discesa, verso le 7.15. La morte è stata dichiarata sul posto, dopo i vani tentativi di rianimazione.

«Sono persone che vengono dal trail. Non conoscono la montagna e seguono l’esempio di atleti che invece possono permettersi certe imprese. Tutto ciò è sintomo di grande imprudenza e incoscienza», aggiunge Bozon.

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