Brennero, blindati austriaci in caserma Il ministro: «Siamo pronti a schierarli»

Rimangono per ora parcheggiati in una caserma di Kranebitten, località aeroportuale a ridosso del capoluogo della regione del Tirolo Innsbruck, i quattro mezzi corazzati che il ministero della difesa austriaco ha dislocato nella previsione di eventuali interventi di controllo dei migranti al valico del Brennero.

«Si tratta di farsi trovare pronti», dice il ministro degli esteri Sebastian Kurz.

Come scrive quest’oggi la stampa austriaca, è probabile che un’eventuale decisione operativa non sarà presa prima di giovedì, quando, secondo i media, a Roma è previsto un intervento del ministro degli interni austriaco Wolfgang Sobotka sul tema dell’immigrazione.

La situazione dei transiti dei migranti al valico italo austriaco, intanto, non sembra essere critica: secondo fonti delle autorità di polizia della regione tirolese, nei primi sei mesi di quest’anno i transiti illegali sono stati 3450 contro gli 11.812 registrati nel 2016.

Come conferma il dirigente della polizia regionale del Tirolo Helmut Tomac, che definisce la situazione sostanzialmente tranquilla, da tempo sono in azione 80 poliziotti che controllano accuratamente la zona del confine.

La stampa riporta affermazioni del ministro degli esteri Sebastian Kurz: «Non è questione di carri armati - afferma - si tratta piuttosto di fare il punto su come affrontiamo il tema dell’immigrazione illegale». Kurz dice inoltre che la situazione al Brennero «è ancora sotto controllo e si tratta eventualmente di farsi trovare pronti».

«Anche questa volta bisogna mantenere la calma. L’abbiamo fatto qualche mese fa, quando sembrava che il Brennero dovesse tornare a essere un confine che divideva le nostre comunità e lo facciamo anche questa volta.
Sono portato a pensare che queste dichiarazioni siano legate anche a un momento elettorale che l’Austria sta vivendo», commenta il governatore del Trentino, Ugo Rossi, dopo le dichiarazioni del governo austriaco a proposito dell’afflusso di migranti.

«Naturalmente è giusto e doveroso - ha aggiunto - che l’Austria e il Tirolo facciano presente all’Italia la necessità di rispettare i patti e di essere molto rigorosi nella gestione del fenomeno migratorio, però io penso che, come al solito, minacciare di ripristinare il confine sia un errore».

«Penso anche - ha concluso - che si debbano indirizzare tutte le energie per pretendere invece che i Paesi europei dell’Est europeo, che in questi anni abbiamo tanto sostenuto dal punto di vista economico, si facciano invece carico delle quote di profughi che sono state stabilite a livello centrale e che invece finora hanno sempre rifiutato di accogliere.

Io penso che questa sia la vera soluzione del problema in questo momento di emergenza, perché ognuno deve fare la propria parte, anche se naturalmente la soluzione madre è quella di riuscire a fermare gli imbarchi di queste persone ancora quando sono nei Paesi di origine ed evitare che si mettano in mare, questa sarebbe la cosa principale da fare».

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