Giornata del rifugiato: nel mondo 65 milioni di persone in fuga

È come se un intero Paese come l’Italia o la Gran Bretagna fosse costretto a fuggire: sono 65,6 milioni le persone che hanno lasciato la propria casa a causa di guerra, violenze e persecuzioni.

Un numero record, raggiunto a fine 2016, in aumento di 300mila persone rispetto all’anno precedente e raddoppiato rispetto a 20 anni fa, su cui l’Unhcr nella Giornata mondiale del rifugiato chiede di riflettere: «si tratta di un numero enorme di persone che necessitano di protezione».

Sono oltre 40 milioni gli sfollati, che hanno dovuto lasciare casa ma rimangano all’interno del proprio Paese, soprattutto in Siria, Iraq e Colombia; 22,5 milioni i rifugiati e 2,8 milioni i richiedenti asilo. Tra i rifugiati, 5,5 milioni di siriani e 1,87 milioni di persone in fuga dal Sud Sudan, che rappresenta un ‘nuovò focolaio di instabilità.

La maggior parte, l’84%, è approdato in Paesi a basso o medio reddito, mentre una persona su tre è ospitata nei Paesi meno sviluppati.

«È una situazione inaccettabile - afferma l’Alto Commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi - da cui emerge sempre più chiaramente la necessità di solidarietà e di uno sforzo comune nel prevenire e risolvere le crisi. In un mondo in conflitto, quello che serve sono determinazione e coraggio, non paura».

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, richiamando i valori della Costituzione, fa appello a rifiutare «approcci di indifferenza, se non ostilità verso le tragedie dell’umanità che si sviluppano ai confini dell’Europa» e a compiere scelte «lungimiranti e ben calibrate, volte a prevenire conflitti, a stabilizzare le regioni più a rischio del pianeta, a combattere le drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici», che «riguardano l’intera comunità internazionale».

«Proteggere è un dovere giuridico e morale», afferma il premier Paolo Gentiloni, che assicura che «continueremo su questa strada non facendo mancare nè il nostro impegno, nè la forza persuasiva del nostro operato per affrontare questi principi con i nostri partner europei». «La grande sfida che l’Europa deve saper raccogliere è sconfiggere la paura e non tradire sè stessa», ribadisce la presidente della Camera, Laura Boldrini.

Il nostro Paese è in prima linea con il 90% degli arrivi; 70.950 sono le persone sbarcate da inizio anno ad oggi, secondo i dati aggiornati del Viminale, il 25% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A questi vanno aggiunte duemila persone che non ce l’hanno fatta a compiere la traversata e sono morte nel Meditarraneo. In meno di una settimana, informa l’Unhcr, ci sono stati tre naufragi, il più grande dei quali il 15 giugno, nel quale risultano dispere 129 persone.

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