Raggi: avanti convinta Ma nel M5S c'è tensione

Virginia Raggi va avanti. «Ho la fiducia del Movimento, ho anche sentito Grillo», dice la sindaca M5S di Roma.

Niente dimissioni, anche se «non posso dire di non averci pensato, in questi mesi», ammette. Dopo l’interrogatorio fiume di ieri sul caso Marra e le rivelazioni sulle polizze vita di Salvatore Romeo a suo beneficio, restano interrogativi sul rapporto tra la sindaca e il suo ex capo della segreteria, il quale sulla polizza in favore di Raggi indicò come causale «motivi affettivi».

«Basta gossip, sono sindaca di una capitale che deve rinascere», scrive su Facebook Raggi. «Non ho ricevuto un solo euro» dalle polizze, dirà poi, minacciando querele. E Romeo: «voglio chiarire che non c’è stata e non c’è alcuna relazione fra me e Virginia Raggi». La procura fa sapere che le polizze per l’allora aspirante sindaca - una da 30 mila euro del gennaio 2016 e priva di scadenza, l’altra da 3.000 euro con scadenza 2019 - non hanno rilevanza penale «in quanto non emergerebbe un’utilità corruttiva».

«Non ne sapevo nulla», ripete Raggi. E Romeo conferma di averle stipulate senza dirglielo. «Per una grande stima e amicizia nei suoi confronti», afferma l’ex componente del ‘raggio magicò, dimessosi dopo l’arresto di Raffaele Marra a dicembre.

All’indomani del confronto di otto ore con i pm - incentrato sulle nomine della sindaca, indagata per abuso d’ufficio e falso - si definiscono meglio i contorni dell’investimento da 130 mila euro fatto da Romeo per una serie di polizze vita a beneficio anche di amici, militanti M5S e colleghi in Campidoglio. I pm vogliono capire se ci fossero motivazioni diverse da quelle indicate dal titolare delle assicurazioni sulla vita.

La stipula delle due polizze a favore di Raggi avvenne il 26 gennaio dello scorso anno, in piena campagna per le Comunarie online per la scelta del candidato M5S al Campidoglio. In cui ci fu un duro scontro tra Raggi e Marcello De Vito. Sei mesi dopo l’accensione dei contratti, Romeo viene nominato dalla neosindaca come capo della segreteria a stipendio triplicato, dopo l’aspettativa da funzionario comunale e la riassunzione.

«Le polizze nulla hanno a che vedere con il M5S - dice Romeo - né tantomeno sono state aperte a favore di suoi esponenti in modo da favorire Virginia Raggi piuttosto che un altro candidato alle primarie».

«Grave e non vera - aggiunge - è la tesi secondo cui le somme con cui sono state aperte tali polizze non sarebbero state in realtà mie ma di terzi, con ciò facendomi passare per un tesoriere occulto o un prestanome». «È stato spiacevole, a Romeo chiederò di cambiare beneficiario», dice in serata Raggi.

Su di lui e sull’ex capo del personale in Campidoglio Raffaele Marra risponde: «È fisiologico fidarsi di persone che si conoscono da tempo. Noi non abbiamo padrini e legami politici».

Nel M5S i dubbi si diffondono tra i militanti, i consiglieri comunali appaiono preoccupati e divisi sul caso polizze. Molti, anche nella base, vogliono spiegazioni. «Mi sento ancora nel Movimento», dichiara la sindaca uscendo di casa la mattina. Più tardi in un post su Facebook e sul blog di Beppe Grillo ribadirà di non aver saputo nulla delle polizze e di «non aver ricevuto un solo euro» per esse. «Abbiamo saputo delle polizze dai magistrati durante l’interrogatorio», dice il legale di Raggi, Alessandro Mancori, stupito di come e quando è uscita la notizia.

Un interrogatorio sulla nomina di Renato Marra «lungo ma cordiale» per la sindaca: «ho fornito ai magistrati tutte le informazioni che mi hanno richiesto. Mi sono messa a disposizione e sono serena perchè ho chiarito la mia posizione».

L’inchiesta intanto va avanti. I pm Paolo Ielo e Francesco Dall’Olio sentiranno Raffaele Marra, fratello di Renato - nominato e poi revocato a capo della direzione turismo - in carcere da metà dicembre per una vicenda di quattro anni fa.


Nessun ripensamento anche nei vertici: la linea di Beppe Grillo e Davide Casaleggio resta quella del sostegno alla sindaca di Roma, Virginia Raggi.

Di più. Il M5S intende utilizzare la vicenda delle polizze come un boomerang da rilanciare in direzione dei detrattori della sindaca romana.

Lo scoop delle polizze stipulate a beneficio della sindaca da parte di Salvatore Romeo si è rivelato «una cantonata bella e buona» dicono ai piani alti del movimento che considerano passata la buriana.

«Il sostegno a Virginia Raggi non è mai venuto meno» anche se, per qualche ora, ha prevalso l’imbarazzo.

«Dovevamo capire, adesso è tutto chiaro». Ora, dunque, si prova di nuovo a voltare pagina: la linea è quella di derubricare i fatti, pur oggetto di inchieste dei magistrati, in «gossip».

Così si difende la sindaca. E così la difende lo stato maggiore: «non so con quale coraggio gli italiani continuino a leggere i giornali. Pure i magistrati li hanno smentiti» commenta uno dei big del Movimento.

Giorgio Sorial apre le danze sui social: «La procura ha sottolineato che le polizze su cui da quasi 24 ore si stanno scatenando i media con l’obiettivo di far male al Movimento 5 Stelle non hanno alcun risvolto penale! Eppure si sono trasmesse ore di speciali, trasmissioni con esperti, focus, maratone...» scrive.

Il nuovo via libera alla sindaca arriva intanto con la pubblicazione sul blog di Beppe Grillo di un comunicato della Raggi, studiato e pesato al millimetro dall’intero staff del Movimento. «Messaggio di Virginia Raggi ai cittadini» è il titolo con cui viene presentato: non una riga di commento, non una riga di Grillo. Ma tanto basta. Il silenzio è rotto.

È un «messaggio ufficiale» (così lo chiama Grillo sul suo profilo Facebook) che certifica la scelta presa dai vertici. Ed è anche una sorta di ballon d’essai lanciato nel web per sondare l’effetto che fa. Il risultato pare strepitoso: a differenza dei commenti sui social che imperversano ironici (l’hashtag #VirginiaRaggi è in cima ai Twitter Trends e impazzano i vari #VinciamoPoi o #UnoVale23.000) sul blog è un diluvio di attestati di stima e incoraggiamenti per la sindaca.

Più scettici i parlamentari. Da ieri si sono trincerati in un generale no comment, in attesa di capire gli sviluppi.
Solo una manciata, annusata l’aria, pubblicano post in difesa della sindaca: tra loro un deputato (Andrea Colletti) che ieri aveva chiesto spiegazioni («non dovrebbe riferire solo al pm - qualora fosse vero - ma a tutti noi»).

Ma la vasta fronda di chi non digerisce la linea presa su Roma e rivendica uno scatto di orgoglio del movimento è sgomenta.

E spera in un cambio di passo. «Vediamo, non è ancora detta l’ultima parola» sperano ancora. Anche perché, fanno notare, la questione non si chiude certo qui: «In otto ore di interrogatorio avrà avuto molto da spiegare Virginia» e «la vicenda non finisce sulle polizze. E i dossier contro De Vito? E Marra? E le chat dei 4 amici al bar?», si lamenta qualche ortodosso che ricorda: «Nel Movimento ci sono doveri e divieti assoluti che per noi sono valori primari rispetto ai vantaggi utilitaristici del singolo».


Quanto a Raffaele Marra e Salvatore Romeo, da alleati fondamentali per l’insediamento in municipio della giovane sindaca, si sono rivelati per Virginia Raggi splo una fonte di guai.

«Mancano solo le cavallette», constata ironica la sindaca citando i Blues Brothers davanti a Enrico Mentana che ieri sera la ha intervistata.

I guai in effetti arrivano tutti da lì per Raggi, tutti dall’ex Raggio Magico, i Quattro amici al bar - come si autocelebravano in una chat - che per pochissimo sono stati affiatati e monolitici.

Tutto si sgretola con l’arresto di Raffaele Marra, uomo di fiducia della prima cittadina presentatogli proprio da Salvatore Romeo, finito in un’inchiesta per corruzione per fatti antecedenti alla giunta M5S. Raggi si ritrova indagata per la nomina del fratello di Marra, Renato, designato a capo della direzione turismo mentre il fratello dirige il personale del Campidoglio.

Un evidente conflitto di interessi per cui Raggi finisce iscritta per abuso e falso. Spinosa anche la nomina di Salvatore Romeo a capo della segreteria, con stipendio triplicato, oggetto di indagine. Ma da Romeo arriva come un tornado anche l’affaire polizze, stipulate anche a favore della sindaca a sua insaputa.

E il nuovo «caso» agita il Movimento 5 Stelle e fa temere nuovamente per la tenuta dell’inquilina del Campidoglio che però resiste. La base si agita, gli ortodossi di rito lombardiano pure e gongolano: «su quei due avevamo previsto tutto».

Da diversi mesi ormai inchieste, rilievi dell’Anac e errori pubblicamente ammessi dalla sindaca sono riconducibili sempre all’ormai ex gruppo di fedelissimi dell’avvocatessa a Cinque stelle. «Marra mi apriva le porte del Campidoglio - racconta la sindaca - è un profondo conoscitore delle norme che regolano la macchina amministrativa». Stesso discorso per Romeo che, ancora oggi dice Raggi, sulle polizze «ha commesso una leggerezza in buona fede».
E questo rapporto indissolubile tra Raggi-Romeo-Marra, a cui si aggiunge l’ex vicesindaco Frongia, già rilevato dall’ex capo di gabinetto Carla Raineri, è stato al centro anche dell’atto istruttorio di ieri.

La conoscenza tra Romeo, Marra, Raggi e Frongia, nasce durante la giunta Marino quando gli M5S sono uno sparuto gruppo di opposizione.

Entrati come neofiti i pentastellati cercano di appoggiarsi a chi di burocrazia capitolina ne capisce e Romeo e Raffaele Marra, uno funzionario e l’altro dirigente, sembrano perfetti.

La fiducia aumenta con il passare del tempo e quando Raggi diventa sindaca di Roma li vuole con sé, a tutti i costi, nonostante i maldipancia di un’ala - la più ortodossa - dei pentastellati che maldigerisce, ad esempio, i passati incarichi di Marra con Alemanno e Polverini. «I due vivevano in simbiosi con la sindaca, comandavano loro», ricorda oggi Raineri che se ne andò dopo uno scontro con Marra.

Oggi però, dopo inchieste, arresti e «errori», il Raggio Magico si è spento: Marra e Romeo non sono più in Campidoglio, Frongia non è più vicesindaco. Il sodalizio si è spezzato.

Nuovi uomini di peso, voluti dal M5S o comunque graditi al Movimento, affiancano la sindaca nelle sue decisioni: dai parlamentari pentastellati Alfonso Bonafede e il trentino Riccardo Fraccaro, che bazzicano sempre più il Campidoglio, all’assessore potenziato Massimo Colomban, fino al nuovo vicesindaco Luca Bergamo.

Però i guai dall’antico Raggio Magico continuano ad arrivare.

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