Milano, il sindaco Sala autosospeso Reazioni morbide degli avversari

«Preoccupato» per la situazione in cui può venirsi a trovare la città. Ma «tranquillo» in coscienza.

Così si sente il sindaco di Milano Giuseppe Sala dopo essersi autosospeso dall’incarico. Appresa dalla stampa la notizia di essere indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla piastra di Expo 2015, il sindaco ed ex commissario unico di Expo ha scelto il silenzio: nel giorno della sua autosospensione non ha convocato alcuna conferenza stampa ufficiale. Ha solo ufficializzato la sua decisione con una lettera indirizzata alla vice sindaco Anna Scavuzzo (che farà le sue veci nella funzione di sindaco), alla vice sindaco della Città metropolitana, Arianna Censi, e al presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè.

«La mia assenza - ha precisato il primo cittadino - è motivata dalla personale necessità di conoscere, innanzitutto, le vicende e i fatti contestati, pertanto fino al momento in cui mi sarà chiarito il quadro accusatorio ritengo di non poter esercitare i miei compiti istituzionali».

In mattinata Sala aveva voluto mettere in chiaro la situazione con la maggioranza che lo sostiene a Palazzo Marino nel corso di un vertice, poi aveva raggiunto la squadra degli assessori nella riunione di giunta. A loro il sindaco ha ribadito di voler fare chiarezza, quindi ha lasciato le deleghe alla vice Anna Scavuzzo.

Da Palazzo Marino Sala è poi andato in Prefettura per comunicare la sua decisione anche al prefetto Alessandro Marangoni. L’incontro tra i due è durato circa mezz’ora e Sala non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa, così come il prefetto. Il sindaco gli ha spiegato di avere scelto la formula giuridica della «assenza temporanea», come previsto dallo Statuto del Comune e Marangoni ha preso atto della cosa.

Al suo ritorno a Palazzo Marino Sala ha infine incontrato i capigruppo del Consiglio. Chi ha partecipato alla riunione, durata circa due ore, ha riferito di un Sala «preoccupato» per la situazione in cui può venirsi a trovare la città, ma «tranquillo» in coscienza, con il solo desiderio di fare chiarezza. «Non ricorda di avere mai firmato atti retrodatati». Ai consiglieri ha parlato di un «periodo di sospensione non lungo». La prossima settimana riferirà in Consiglio comunale.

La sua autosospensione ha comunque generato una giornata politicamente convulsa. Non si sono fatte attendere le reazioni delle opposizioni: il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha convocato una conferenza stampa in piazza davanti a Palazzo Marino per dire che «i milanesi meritano chiarezza, se Sala ha la coscienza pulita faccia il sindaco».

Scettico il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: «Sala si è autosospeso? È una scelta che andrebbe spiegata».

Per il primo cittadino partenopeo, infatti, «non si comprendono le ragioni» di questa decisione perchè si tratta di «un’indagine nella fase preliminare. Lo stesso Sala dice che non sa perchè è indagato, non ne conosce i motivi».

«Credo - ha aggiunto De Magistris - che un sindaco, se non ha nulla da nascondere, debba spiegare ai cittadini di cosa si tratta e poi andare avanti. Se si autosospende evidentemente avrà le sue ragioni».

Per il primo cittadino partenopeo, così come sta succedendo a Roma, «anche la Milano della moralità, la Milano del cambiamento, mi sembra di nuovo travolta dalla questione morale».

«Non voglio dare lezioni, perchè non mi appartiene, - evidenzia De Magistris - ma siccome Napoli viene spesso bombardata, molto bombardata, io vorrei ricordare che tra le tre grandi città d’Italia Napoli è quella che con maggiore nettezza e con maggiore convinzione, senza ambiguità, si è schierata nella lotta alla corruzione e nella lotta alle mafie, è per la questione morale con i fatti e non a parole».

L’ex sfidante alle comunali, Stefano Parisi, ha invece parlato di «decisione isterica».

«Il sindaco credo debba immediatamente tornare nelle sue funzioni, è inaccettabile che si reagisca facendo saltare il Comune». Secondo Parisi, «è grave che il Pd sostenga questa autosospensione contro le istituzioni».

Molti gli attestati di solidarietà al sindaco. Tra gli altri quello del ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina, che ha ribadito «la piena fiducia» nei suoi confronti; quello di Romano Prodi, che ha detto di avere «grande stima di Sala, l’ho sempre avuta e ce l’ho ancora»; quello del presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo: «non mi associo a chi vuole lucrare sulle disgrazie giudiziarie. Da avversario politico dico che Beppe Sala è un galantuomo». Anche l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha mostrato la sua «vicinanza» al sindaco, augurandosi che sia fatta chiarezza.

« La città di Milano vive un Rinascimento, speriamo che questa circostanza non lo blocchi».

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