Francia, Bernard Cazeneuve è il nuovo primo ministro

Bernard Cazeneuve (foto), ministro dell'Interno francese, è il nuovo primo ministro. Sostituisce il dimissionario Manuel Valls, candidato alle primarie socialiste.

Valls si è dimesso da primo ministro pochi minuti prima delle 9, dopo essere arrivato all'Eliseo dove lo aspettava il presidente Francois Hollande. Hollande e Valls, che ieri ha annunciato la propria candidatura alle primarie in vista delle presidenziali di primavera, hanno parlato anche della situazione della gauche e del successore alla guida del governo.


Sono bastati pochi secondi a Manuel Valls per superare le frasi di circostanza e proclamare la sua candidatura all'Eliseo.

Una candidatura "riunificatrice", dice, perchè "nulla è scritto", anche se tutti danno Marine Le Pen e Francois Fillon al ballottaggio. Il premier ci vuole credere, tanto che da domani abbandonerà la carica (fra Cazeneuve, Le Drian e Sapin il sostituto). Cominciate ufficialmente giovedì con la rinuncia di Francois Hollande ad inseguire un bis all'Eliseo, le grandi manovre della gauche sono entrate nel vivo ieri pomeriggio. Ad Evry, nella banlieue sud di Parigi, Valls ha mostrato il suo piglio duro, ma ha insistito sul suo obiettivo principale: "riunificare".

Che quando si parla di gauche, francese e non solo, assomiglia a una "mission impossible". Tanto che lo stesso Hollande, al quale è andato il messaggio di riconoscenza del neocandidato, sembra stia già studiando con l'antica avversaria alla guida della partito socialista, Martine Aubry, una possibile alternativa da opporre a Valls alle primarie, un candidato - o una candidata, visto che si parla soprattutto di Christiane Taubira - più "di sinistra".

"Far vincere tutto quello che ci unisce" è il motto, il manifesto, la parola d'ordine dell'hashtag #Valls2017, già comparso in tricolore blanc-bleu-rouge sulla pagina Twitter del neocandidato durante i primi minuti del discorso di Evry. Mascella ben serrata e occhi a spillo, il premier che da domani si dedicherà soltanto alla campagna delle primarie ha parlato di ideali ma ha perseguito una strategia definita. Primo avversario, il beniamino della sinistra liberal Emmanuel Macron, che correrà senza passare dalle primarie di sinistra . "Non ho mai ceduto alla tentazione dell'individualismo", ha puntualizzato Valls. Poi la destra, in particolare Francois Fillon. Bisogna battersi contro di lui, "contro il suo programma, le sue vecchie ricette anni Ottanta, che ci presentano come progresso un arretramento generale".

Lui, Valls, non ha amicizie internazionali discutibili: "Voglio una Francia indipendente, inflessibile sui suoi valori, di fronte alla Cina di Xi Jinping, alla Russia di Vladimir Putin, all'America di Donald Trump, alla Turchia di Erdogan".

Con la sinistra ridotta in brandelli, "tutti dovranno fare uno sforzo" di conciliazione, "io per primo", ha ammesso, cercando di far scivolare in secondo piano l'immagine di "sceriffo" che da sinistra gli è stata affibbiata per gli anni da ministro dell'Interno e per il suo piglio da prefetto.

Per facilitare il compito, ha insistito sui dimenticati, sugli "umiliati dalla vita" che Valls presidente non dimenticherà.

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