Spagna, avanza l'anticasta Maggioranza difficile

Popolari primi ma boom della sinistra di Podemos

Dopo lo spoglio del 100% delle schede delle elezioni politiche di ieri in Spagna, il Pp del premier Mariano Rajoy vince le politiche spagnole, ma perde la maggioranza assoluta in Parlamento, con il 28,72% e 123 deputati su 350 (ne aveva 187 con il 45%).

Il Psoe di Pedro Sanchez arriva secondo con il 22,01% e 90 seggi (ne aveva 110 con il 28.8%), davanti al nuovo partito di sinistra Podemos (erede del movimento M-15 anti-austerity degli Indignados) , con il 20,65% e 69 deputati, ed ai liberisti di Ciudadanos, con il 13,93% e 40 seggi.

Per il Psoe è il peggiore risultato dalla fine del franchismo, per il Pp dal 1982.

Izquierda Unida ottiene due seggi, e i vari partiti nazionalisti, che potrebbero rivelarsi decisivi per la laboriosa formazione di una maggioranza di governo, 26 (9 la sinistra repubblicana catalana, 8 la lista Dl del presidente secessionista catalano Artur Mas, 6 il partito nazionalista basco Pnv, 2 gli indipendentisti baschi di Bildu, 1 i nazionalisti delle Canarie).

Alle politiche di ieri la Spagna ha deciso "un cambio di sistema" ha affermato Pablo Iglesias. Il leader di Podemos ha detto che "è nata una nuova Spagna", sottolineando come il Psoe abbia ottenuto oggi il "peggiore risultato elettorale" dalla fine della dittatura franchista. Quello del Pp, ha aggiunto, è il peggiore dal 1982.

Podemos, ha detto il numero due del partito Inigo Errejon, "sarà lo strumento politico fondamentale perché in Spagna si chiuda la porta alla corruzione e alla diseguaglianza".

Il leader socialista spagnolo Pedro Sanchez, arrivato secondo, ha affermato che spetta ora al premier Mariano Rajoy, leader del Partido Popular, primo nelle urne, tentare di formare il nuovo governo. Sanchez si è congratulato con Rajoy per il risultato elettorale.

Il voto storico della Spagna, che alle politiche di oggi ha detto addio al sistema del bipartitismo al potere dalla morte del dittatore Franco, dando una vittoria fragile al premier Mariano Rajoy, rende a forte rischio la governabilità del paese.

Il Partido Popular di Rajoy arriva primo con 'solo' 122 seggi su 350 in parlamento. Perdendo quindi la maggioranza assoluta di 186 deputati conquistata nel 2011.

Questa situazione complicata rischia di dare un ruolo senza precedenti al giovane re Felipe VI, che potrebbe dover mediare per nuove alchimie che consentano di evitare un ritorno anticipato alle urne. Una ipotesi che preoccupa gli ambienti finanziari, in un paese ancora in convalescente uscita dal tunnel della crisi più profonda dell'ultimo mezzo secolo. L'unica coalizione che matematicamente garantirebbe i 176 seggi è una Grosse-Koalition alla tedesca fra Pp e Psoe, già da tempo ipotizzata per garantire la stabilità del paese dall'ex-premier socialista Felipe Gonzalez. Lo stesso Rajoy venerdì per la prima volta non ha escluso categoricamente questa ipotesi.

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