Reclutava con la promessa di un matrimonio donne per i miliziani dell'Isis: arrestata

Era l’«agente matrimoniale» degli jihadisti dell’Isis. Maeva, una ragazza francese di 21 anni, è stata arrestata all’aeroporto di Parigi mentre scendeva da un volo proveniente dalla Siria. Secondo radio RTL - che questa mattina ha rivelato la notizia - è sospettata di avere indotto diverse connazionali a partire per la Siria o l’Iraq, promettendo loro di trovare l’anima gemella tra i miliziani dello Stato islamico. «Sono pentita», ha detto agli ispettori che l’hanno interrogata dopo il fermo la scorsa estate. Maeva è ora in attesa di giudizio.

Tra le motivazioni del rientro in Francia, ci sarebbe l’«orrore» di cui si dice testimone, come le decapitazioni a cui ha assistito in prima persona affacciandosi dalla finestra di casa sua nei pressi di Aleppo. La storia di Maeva, che sul posto si faceva chiamare Oum Zahra (Oum in arabo significa “madre di”) - ma che ora non vuole più sentirne parlare - ha inizio nella primavera 2014 quando appena ventenne parte alla ricerca di una nuova vita in Siria. All’epoca il suo sogno era impegnarsi «nel settore umanitario» e vivere sotto il regime della sharia.Conquistata dalle teorie dei fondamentalisti islamici, si sposa con un miliziano dell’Isis e comincia a sua volta a reclutare giovani francesi grazie a internet e a un telefonino. Con il suo smartphone, Maeva illustrava alle coetanee residenti in Francia la sua vita sul posto, con tanto di foto di lei mentre imbraccia il kalashnikov. Obiettivo? Indurle ad arruolarsi nelle fila dell’Isis. Ogni argomento è buono. Oltre alla promessa di trovare l’anima gemella, Maeva si proponeva come una sorta di «tour operator» del terrore fornendo tutte le istruzioni di viaggio per arrivare in Siria, incluso le coordinate dei trafficanti al confine turco-siriano. Se proprio non volevano partire suggeriva loro, in alternativa, di compiere attentati kamikaze in Francia.

Secondo gli ultimi dati a disposizione, sono circa 278 i francesi rientrati dalla Siria. Molti si dicono pentiti, sotto shock per quello che hanno visto, ma sono in molti a credere che sia solo un modo per ottenere uno sconto di pena. Mentre circa 1.700 sarebbero ancora tra le fila dello Stato islamico.

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