Renzi taglia i portaborse e Dorigatti «prepara» i gruppi

La riforma costituzionale in discussione al Senato contiene - tra le altre novità - anche l’abolizione dei finanziamenti ai gruppi politici del consiglio provinciale, compresi dunque i fondi che oggi vengono dati per pagare i cosiddetti «portaborse» ovvero i collaboratori dei consiglieri (uno per consigliere provinciale). Per questo motivo nei giorni scorsi Bruno Dorigatti, presidente del consiglio provinciale, ha scritto a tutti i presidenti dei gruppi per informarli della norma, visto che nel testo si prevede che entri in vigore già dall’anno prossimo, sempre che la riforma costituzionale possa riuscire ad arrivare in porto superando i numerosi ostacoli che si stanno frapponendo all’approvazione.

«Stiamo seguendo la questione con attenzione - dichiara Dorigatti - perché se la norma venisse approvata così com’è vorrebbe dire che il consiglio provinciale non potrebbe più dare i soldi ai gruppi per pagare i collaboratori, che sono dipendenti dei gruppi con contratti a tempo determinato. Stiamo studiando anche qualche soluzione alternativa ma prima di prenderla in considerazione sarà necessario attendere il termine dell’iter legislativo della riforma visto che ci sono già numerose proposte di emendamento, anche se non si questo punto specifico a quanto ci risulti».

La soluzione che potrebbe essere adottata dal consiglio provinciale di Trento per poter continuare a pagare i portaborse potrebbe dei consiglieri potrebbe essere quella di assumere direttamente queste persone come consiglio provinciale come per altro già avviene in altre regioni. Diversamente, almeno finché non scade il contratto dei collaboratori, che in genere dura per l’intera legislatura, dall’anno prossimo gli stipendi dovrebbero essere pagati dagli stessi consiglieri provinciali, magari attingendo a una parte della loro indennità. Si capisce che questa prospettiva ha messo in allarme molti consiglieri provinciali che non ne vogliono sapere di pagare di tasca propria, per quanto con i soldi che ricevono per la loro attività politica e che quindi ritengono che, nella peggiore delle ipotesi, ovvero che davvero il premier Matteo Renzi riesca a portare a casa la riforma del Senato e dei poteri delle Regioni compresa la norma che abolisce i fondi ai gruppi consiliari, ci pensi il bilancio del consiglio provinciale a sopperire al divieto messo in Costituzione.

Come si vede a Trento già ci si prepara ad aggirare la norma che avrebbe come obiettivo quello di ridurre i costi della politica: non si daranno più i soldi ai gruppi per pagare i portaborse ma li assumerà e dunque pagherà direttamente il Consiglio mettendoli a disposizione dei gruppi. Morale pagheranno sempre le casse pubbliche.

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