Fra i migranti sbarcati a Catania identificati e fermati due scafisti

C'erano le televisioni di mezzo mondo ieri al porto di Catania ad attendere lo sbarco di 27 superstiti dello spaventoso naufragio nel Mediterraneo che potrebbe essere costato la vita a 900 migranti. Sulla banchina anche il ministro Graziano Delrio e il governatore della Sicilia Rosario Crocetta. La nave «Gregoretti» della Guardia Costiera ha attraccato alle 23.43. Poi, lentamente, sono cominciati ad uscire i profughi. Il primo su una sedia a rotelle, poi tutti gli altri. La polizia ha fermato due di loro, ritenuti gli «scafisti».

Si tratta di un tunisino di 27 anni, il comandante, e un siriano di 25 componente dell'equipaggio. Sarebbero stati identificati da alcuni sopravvissuti e quindi portati in carcere a Catania. Sono accusati di omicidio colposo, naufragio e favoreggiamento d'immigrazione clandestina. Nelle prossime ore verrà chiesta  al giudice la convalida dei provvedimenti cautelari. «La lotta ai trafficanti di morte continua - ha detto il ministro Delrio- e lo Stato non darà loro tregua». Il ministro ha incontrato a bordo della nave Gregoretti i sopravvissuti e ha ringraziato il personale della Guardia costiera della Marina e della Guardia di Finanza.«L'Italia deve essere orgogliosa di loro» ha sottolineato. Sulla banchina si è pure scatenata una dura contestazione contro la gestione dell'emergenza migranti, con grida di «assassini» e «vergogna». Qualcuno, invece ha gettato dei mazzi di fiori in mare sotto la murata della nave in ricordo delle vittime del naufragio. Con degli autobus la gran parte dei profughi è stata portata al Cara di Mineo.

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