Campi sportivi, l'Asis si affida alle cooperative sociali

di Domenico Sartori

Stringi stringi, si contano sulle dita di una mano le società sportive cittadine in contenzioso con l'Asis per l'affido del servizio di gestione dei campi da calcio. Ma tant'è. La questione è diventata politicamente rilevante al punto da essere discussa prima in Commissione sport, quindi, in giunta comunale e nella commissione per la vigilanza sulla gestione dei servizi, dove sono intervenuti il presidente e il direttore di Asis, Francesco Salvetta e Luciano Travaglia.

Il nodo del contendere.
Il Consiglio comunale, nel novembre 2011, ha approvato gli indirizzi generali per il contratto di servizio con Asis prevedendo di «avvalersi della collaborazione delle società e associazioni sportive presenti sul territorio, nell'ambito di quanto consentito dalle normative vigenti, per la gestione degli impianti sportivi affidati, garantendo in ogni caso un puntuale controllo qualitativo...». E così è stato. Poi Asis ha cominciato ad interrogarsi sulla legittimità dell'affidamento diretto a enti e associazioni, anche privi di personalità giuridica, del servizio retribuito di custodia, pulizia, piccola manutenzione e manutenzione ordinaria degli impianti sportivi. E ne ha concluso che, mano a mano che i contratti in essere (ne restano sei) con le società sportive vanno a scadenza, è il caso di cambiare strada.

Nella sostanza, l'inciso fissato dal Consiglio comunale negli indirizzi generali - affido a società sportive «nell'ambito di quanto consentito dalle normative vigenti» - è diventato dirimente. Le norme in materia di valutazione dei rischi, quelle a tutela dei lavoratori, sia subordinati che autonomi con collaborazioni sportive, l'obbligo di esibire il certificato di regolarità previdenziale, e pure l'obbligo di ricorre al mercato elettronico per l'affido dei servizi sotto soglia comunitaria (44 mila euro, ndr), accanto ad una valutazione del servizio offerto, hanno imposto ad Asis di fare retromarcia, rinunciando all'affido diretto dell'appalto di gestione dei campi all'aperto alle società sportive.

«Ci tagliano i contributi».
Apriti cielo. Per alcune società è venuto meno un introito rilevante. Come se Asis avesse deliberato di «tagliare un contributo», che per la gestione di un campo all'aperto può valere tra gli 8 mila e gli 11 mila euro all'anno. Quante sono le società che hanno alzato la voce? «Sono solo tre, la ViPo Trento, quella di Cristo Re, quella della Bolghera. Poi s'è aggiunta anche la Ravinense» spiega l'assessore alla sport, Paolo Castelli . Domanda: se le società si lamentano di avere poche risorse, è perché sono insufficienti i contributi del Comune? «Ma no» risponde Castelli «i contributi sono coerenti con le disponibilità di bilancio, e noi li teniamo fermi da tre anni. Sbagliano se considerano "contributo" il corrispettivo fin qui ricevuto da Asis a fronte di obbligazioni reciproche assunte con contratto». La questione, riconosce Castelli, oltre che un profilo tecnico, ha pure un risvolto politico. C'è anche il timore che meno introiti significhi aumento dei costi per l'utenza. Come uscirne? «Asis» dice Castelli «deve continuare le collaborazioni intraprese su indicazione del Consiglio comunale, purché ci sia un servizio coerente con le normative di legge e con la qualità». Cioè esattamente quello che dice Asis? «Certo, non si può andare contro le leggi».

L'alternativa «sociale».
Asis, per altro, che nei confronti di alcune società sportive lamenta una qualità del servizio fornito (sia di custodia che di pulizia) non all'altezza, ha già praticato un'alternativa (sperimentata dal 2013 con il campo scuola di atletica leggera): l'impiego di persone indicate all'appaltatore professionale scelto (la coop La Sfera, ndr) dall'ufficio attività sociali del Comune. Un percorso di inserimento lavorativo che oggi vede assunte a part time undici persone.

Un indirizzo chiaro.
Nel confronto di ieri sera in Commissione vigilanza, è emerso (l'ha detto il direttore Travaglia) che fino ad ora non sono arrivate lamentele formali da parte dei presidenti delle società sportive non riconfermate. Il presidente di Asis, Salvetta, ha invece annunciato che al Comune chiederà un indirizzo chiaro sul punto specifico: «Da un lato è chiesto ad Asis di alzare l'asticella della qualità dei servizi offerti, dall'altro di farlo affidandosi a soggetti non professionali come le società sportive. Ci siano dati dei criteri chiari».

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