Primarie Pd in Liguria, Cofferati insiste: irregolarità

Primarie al veleno in Liguria. Le accuse di brogli e irregolarità lanciate a urne ancora aperte da Sergio Cofferati sono approdate sul tavolo della Commissione dei garanti anche se nel day after i toni si sono abbassati e tutti hanno invocato il rispetto delle regole.

Numerose segnalazioni riguardano la partecipazione al voto di noti militanti del centrodestra, dopo che vari esponenti di quest’area si erano espressi a favore dell’assessore regionale uscente della giunta Burlando, Raffaella Paita, poi risultata vincitrice alle urne con il 53% contro il 47% dell’ex leader Cgil, già sindaco di Bologna e oggi europarlamentare.

Altre contestazioni riguardano l’afflusso in massa di cittadini stranieri, «specialmente cinesi e marocchini», che sarebbero stati accompagnati in gruppetti alle urne (da verificare anche se ci sia stato un «rimborso spese»). Uno scenario che ha spinto Cofferati a ipotizzare, alla luce di quanto risulterà dalle verifiche interne, il ricorso all’autorità giudiziaria.

Invece Raffaella Paita, oggi riposizionata su posizioni renziane, rivendica la «piena legittimità» della sua vittoria e richiama all’unità del partito.
E da Roma ha fatto sentire la sua voce il vicesegretario Lorenzo Guerini, uno degli uomini di fiducia del premier. «Se ci sono state situazioni non corrette saranno sanzionate», ha osservato richiamando l’alta partecipazione alle urne. Un modo forse per esorcizzare lo spettro dell’annullamento del voto come avvenne per le primarie a Napoli nel 2011 e che invece, in serata, Cofferati ha ripreso, riservandosi una decisione dopo il pronunciamento dei garanti e definendo una banalità le dichiarazioni di Guerini: «Mancherebbe altro che di fronte a irregolarità non si procedesse con le relative sanzioni», ha detto ieri sera ai microfoni di Popolare Network.

Ma Guerini ha tacitato sul nascere il dibattito sull’opportunità di mettere in discussione le regole delle primarie, sostenendo che «sono uno strumento di partecipazione larga».
Concetto contestato dalla sinistra che, a partire da Sel, ha messo in campo l’idea di una candidatura contrapposta a quella di Paita per le regionali, accusata di essersi fatta tirare la volata dal centrodestra.

L’ora della verità è stata fissata per domani, quando il comitato dei garanti si riunirà ed esaminerà il materiale sulle segnalazioni relative a «gravi irregolarità nello svolgimento delle operazioni elettorali» presentate dallo stesso Cofferati oltre ad un rappresentante della sua lista al seggio di Albenga (Savona) e di una scrutatrice al seggio di Santo Stefano al Mare (Savona).

La macchina dei ricorsi si è messa in moto anche se la commissione elettorale regionale ha convalidato e trasmesso i risultati finali degli scrutini delle primarie della Liguria al comitato politico per la proclamazione del vincitore. Secondo i dati ufficiali Paita ha ottenuto 28.973 voti contro i 24.916 di Cofferati.

L’obiettivo, insiste Cofferati, è di avere chiarezza: «Voglio che il collegio dei garanti esamini tutti i ricorsi in modo che ci sia un quadro definito di quanto accaduto e delle conseguenze che ci saranno».
Nel mirino dei ricorsi, fra l’altro, un «voto bulgaro» pro Paita nel Savonese, ad Albenga e a Pietra Ligure, con la presenza ai seggi di tanti immigrati oltre all’intromissione denunciata da tempo di forze di centrodestra a sostegno della candidata vincente.
Il fronte delle polemiche investe anche le prospettiva delle alleanze. A sinistra, Sel apre ad una candidatura in chiave anti-Paita, un’idea che non dispiace alla sinistra del Pd. La raccoglie Pippo Civati, che ad una tv locale, evoca scenari che vanno oltre i confini liguri. «Quello che faranno Cofferati, Stefano Quaranta e la parte più tradizionale della sinistra potrà avere rilevanza non soltanto a livello ligure», ha detto Civati. Cofferati per il momento fa sapere che «sta dove sta», ma la Liguria potrebbe diventare presto il terreno per nuove alchimie politiche.

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