Jobs Act: minacce a Taddei, economista con radici trentine

Il responsabile economico del Pd Filippo Taddei, bolognese di nascita ma figlio dell'avvocato trentino Sergio Taddei (che si trasferì nel capoluogo emiliano al tempo dell'università) da ieri vive sotto protezione della polizia dopo che nelle settimane scorse il collaboratore del premier Renzi sul Jobs Act aveva minacce, sia via web, sia con biglietti trovati vicino alla sua casa.

 

Taddei, 38 anni, in Trentino ha molti parenti (compresi i noti avvocati) e torna spesso in vacanza da queste parti (specie sul Bondone).

È professore alla Johns Hopkins University di Bologna, città in cui si è laureato prima di svolgere il dottorato di ricerca alla Columbia University di New York.

Suo padre si trasferì a Bologna negli anni '60 per studiare giurisprudenza e dopo la laurea si stabilì nel capoluogo emiliano dove si sposò con una giovane del posto.


La protezione a Taddei è una scelta imposta dal Viminale, memore forse di quanto accadde con Marco Biagi.

«Il contesto e la materia che Taddei tratta - riferiscono fonti del ministero - ci preoccupano molto. Il mondo del lavoro è l'obiettivo principale di tutte le forme di dissenso, compreso quello estremo». Ecco perché c'è una «cresciuta attenzione», ribadiscono gli 007, su ogni piccolo segnale proveniente da quei gruppi più radicali che tentano di cavalcare le lotte. Non si tratta di una scorta vera e propria, ma di una tutela (meno invasiva di una scorta tradizionale), per proteggere lui e la sua famiglia dopo le minacce. La Procura di Bologna ha aperto, da alcune settimane, un fascicolo d'indagine. L'inchiesta, a quanto appreso, è a carico di ignoti.Filippo Taddei


Filippo Taddei al congresso Pd aveva sostenuto la candidatura di Pippo Civati - uno dei più severi critici da sinistra delle politiche renziane - ma poi è entrato nella segreteria dell'ex sindaco di Firenze per occuparsi dei temi economici.

Perciò è stato uno degli esponenti del Pd maggiormente coinvolti nella riforma del mercato del lavoro.

E ieri è intervenuto a proposito delle manifestazioni di protesta andate in scena in tutta Italia.

 

Questo sciopero, ha detto Taddei, è «molto squalificante per il lavoro del Pd» sul Jobs act. «Accanirsi contro la riforma è un errore. Penso che lo sciopero vada ripensato», ha aggiunto, evidenziando «il fondamento politico» dell'iniziativa sindacale. «Da oggi - ha quindi rivendicato - il rapporto di lavoro stabile diventa più facile». Il Jobs act «estende i diritti, non li riduce».

 

E sulla mediazione parlamentare in corso ha aggiunto: «Sono fiducioso in un riconoscimento da parte di Ncd. Quando dalle dichiarazioni si passerà al provvedimento - ha aggiunto - tutti si sentiranno rassicurati».


Solidarietà a Taddei dopo le minacce è stata espressa dal vari esponenti del mondo politico, a cominciare da Pippo Civati e da Virginio Merola, sindaco di Bologna. «Queste minacce - ha detto - sono gravi e ingiuste. Non ne addebito la responsabilità a chi in modo trasparente, anche se io non condivido, si oppone al Jobs Act. Però facciamo tutti attenzione, che il giacimento degli imbecilli è sempre a disposizione. Attenzione ai toni che usiamo».

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