Renzi sfida Letta: «Ora usi le nostre idee»

«Noi ci candidiamo per poter dire una volta e per tutte che adesso tocca a noi. Che non faremo quelli che aspettano e hanno paura. Torneremo a sognare, tutti insieme». Due settimane per prendersi il Pd. Tra gli iscritti è già primo, è il favorito della vigilia. E punta al traguardo, Matteo Renzi, senza abbassare la guardia, ma puntando oltre. Pensa al giorno dopo le primarie dell'8 dicembre, il sindaco di Firenze. Occupazione, scuola, legge elettorale, riforme, costi della politica

«Noi ci candidiamo per poter dire una volta e per tutte che adesso tocca a noi. Che non faremo quelli che aspettano e hanno paura. Torneremo a sognare, tutti insieme». Due settimane per prendersi il Pd. Tra gli iscritti è già primo, è il favorito della vigilia. E punta al traguardo, Matteo Renzi, senza abbassare la guardia, ma puntando oltre.
Pensa al giorno dopo le primarie dell'8 dicembre, il sindaco di Firenze. Occupazione, scuola, legge elettorale, riforme, costi della politica. Davanti alla platea della Convenzione nazionale Renzi tocca tanti temi del suo programma. Che punta a imporre al governo. Annuncia come «prima iniziativa» una «gigantesca campagna sulla scuola», perché «si riparte dagli asili, non dallo spread». E sfida l'esecutivo di Enrico Letta su tre punti: «dimezzare per due i costi della politica», un Senato delle autonomie e delle Province «senza indennità e senza elezione diretta», ma soprattutto la riforma del Porcellum.
Il giorno dopo le primarie, annuncia Renzi «la questione della legge elettorale la si porta alla Camera, per fare qualcosa di concreto». Sottrarla alle secche del Senato. E poi cambiarla, con alcuni paletti: «Chi vince vince e governa per cinque anni». Entro questi paletti, va bene un Mattarellum con premio di maggioranza al 25% o il doppio turno, spiega Renzi, che sul tema è già in trincea.
Il sindaco incalza il governo: niente «sgambetti», ma ora «usi le nostre idee». Attacca il M5S («Grillo concentra nel V-day gli insulti agli altri poi però i suoi parlamentari insultano gli elettori») e accenna a Silvio Berlusconi («Il colpo segreto? Mi fa paura il disegno chiaro»). Sceglie invece di non replicare con durezza agli attacchi del suo sfidante Gianni Cuperlo. Ma rivendica «il fatto di essere sindaco», oltre che aspirante segretario. E quando Cuperlo invita il Pd a non essere «il volto buono della destra», lui replica che «non deve neanche più essere il volto peggiore della sinistra».
Nella giornata in cui sono stati ufficializzati i dati dei voti nei circoli (Renzi con il 45,34%, Gianni Cuperlo 39,44%, Giuseppe Civati 9,43% Gianni Pittella 5,80%. Renzi, Cuperlo e Civati si sfideranno l'8 dicembre alle primarie) tutto il Pd ha mostrato una linea critica sull'esecutivo. A partire da Civati che ha parlato di allergia alle larghe intese per proseguire con Cuperlo che ha chiesto al governo di cambiare marcia.

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