Sel: «Berlusconi condannato non può finanziare il Pdl»

Chiudere i rubinetti dei fondi al Pdl. Vietare a Silvio Berlusconi (e alle sue aziende) di finanziare la sua creatura politica, dopo la condanna Mediaset. Lo prevede un emendamento presentato da Sel al ddl del governo sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Una norma che alimenta le tensioni, alla vigilia di un voto alla Camera tutt'altro che scontato

Chiudere i rubinetti dei fondi al Pdl. Vietare a Silvio Berlusconi (e alle sue aziende) di finanziare la sua creatura politica, dopo la condanna Mediaset. Lo prevede un emendamento presentato da Sel al ddl del governo sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Una norma che alimenta le tensioni, alla vigilia di un voto alla Camera tutt'altro che scontato.
Il partito di Vendola chiede in sostanza di escludere che possa dare soldi alle forze politiche chi è stato condannato in via definitiva per reati contro la pubblica amministrazione (come corruzione e concussione) o per reati fiscali, ad esempio la frode, per cui è stato condannato Silvio Berlusconi. Ragion per cui il Cavaliere non potrebbe più finanziare il suo partito, né potrebbero farlo le aziende da lui partecipate per più del 20%. Pena una sanzione tripla di quanto donato. La proposta di modifica di Sel riceve il via libera del M5S, che la voterà. Ben più difficile, invece, il sostegno del Pd. Anche se il sì starebbe tentando qualcuno tra i più antiberlusconiani.
Intanto, il voto degli emendamenti inizierà oggi e il M5S già denuncia un tentativo di «melina» tra Pd e Pdl per fare arenare il ddl, rinviandolo in commissione. Ma dalla maggioranza assicurano che ci sarebbe al più un rinvio tecnico per riassegnare il testo ai relatori. Ma i nodi restano sul tavolo. Il Pd, da un lato, non intende recedere dalla sua proposta, che non piace al Pdl, di introdurre un tetto di 100.000 euro alle donazioni dei privati e di condannare chi superi quella soglia a pagare il doppio allo Stato. Dall'altro lato, il Pdl ha riformulato il suo emendamento sulla depenalizzazione sul finanziamento illecito: introduce un obbligo di tracciabilità delle donazioni sopra i mille euro, ma elimina la dichiarazione congiunta di donante e ricevente e anche la necessità, per le società, di una deliberazione da parte degli organi societari. Il Pd sta approfondendo la nuova proposta, ma tra i democratici serpeggiano ancora dei dubbi sul rischio che la norma possa incidere sui processi in corso. In una riunione del gruppo, ieri, il Pd ha invece raggiunto un accordo interno sui propri emendamenti, che saranno sostenuti da tutte le anime del partito: stop al cofinanziamento, verrà sostenuta la proposta dei renziani di eliminare non solo i finanziamenti diretti ma anche quelli indiretti previsti dal governo (concessione di sedi, spazi tv e servizi). In cambio, i renziani hanno dato il via libera a rimodulare le quote del taglio del finanziamento pubblico (erano 40 nel primo anno, 50 nel secondo, 60 nel terzo; si passa - a costo zero - a 25 nel primo, 50 nel secondo, 75 nel terzo).

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