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Suoni delle Dolomiti: ecco i 18 concerti in quota per l’edizione del 29esimo anno, con Mario Brunello

Dal fado portoghese a malga Tassulla, alla musica classica, dal live di Roberto Vecchioni allo show con Cognetti: dal 28 agosto al 29 settembre

NEL 2023 Carmen Consoli sul Brenta chiude i "Suoni delle Dolomiti" 
MUSICA Frida Bollani Magoni: «Curiosa di scoprire i suoni in montagna» 
OSPITI Erlend Øye e La Comitiva, dalla Sicilia per i "Suoni 2023"

TRENTO. 18 eventi raggruppati nell’arco di un mese, dal 28 agosto al 29 settembre, ospitati tra le Dolomiti del Trentino. L’edizione numero 29 del Festival I Suoni delle Dolomiti è stata presentata al MUSE con il direttore artistico Mario Brunello.
Il Festival prenderà avvio nel solco della world music, o meglio del fado, che esordirà in questo Festival mercoledì 28 agosto a Malga Tassulla, nell’anfiteatro naturale che racchiude il Pian della Nana con il concerto di Carminho, una delle più talentuose cantanti di fado delle ultime generazioni.
La musica classica sarà sugli scudi in occasione dell’Alba delle Dolomiti, attesissimo evento che quest’anno si svolgerà a Prà Castròn di Flavona nelle Dolomiti di Brenta. Protagonista dell’immancabile saluto al sorgere del sole, sempre fonte di grandi emozioni, sarà quest’anno la musica di Mozart, nell’esecuzione della Camerata Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam.
L’incontro tra musica e letteratura sarà il filo conduttore del trekking, nel cuore roccioso delle Pale di San Martino, che dal 4 al 6 settembre getterà un ponte ideale tra le montagne del Trentino e le Badland americane, attraverso le parole dello scrittore Paolo Cognetti e le canzoni di Bob Dylan, Bruce Springsteen, Johnny Cash e altri miti a “stelle e strisce”, interpretate dalla voce e dalla chitarra di Pietro Brunello e dal violoncello di Mario Brunello.
Tra i progetti speciali da segnalare anche quello in programma venerdì 13 settembre, a Villa Welsperg, ai piedi delle Pale di San Martino: E lucevan le stelle, dedicato a Giacomo Puccini, nel centenario della morte, con il soprano Lana Kos e il tenore Raffaele Abete, coadiuvati da I Solisti di Verona.

Uno dei cardini programmatici de I Suoni delle Dolomiti è l’accessibilità. Quattro dei concerti del Festival – 13 settembre a Villa Welsperg con l’omaggio a Puccini, 17 settembre a Malga Brenta bassa con Raphael Gualazzi, 21 settembre in Località Giasenei con Renaud Garcia-Fons Trio e 25 settembre al Rifugio Fuciade con Paolo Conte Legacy – saranno resi accessibili anche a persone con disabilita motoria e uditiva. Ciò grazie all’utilizzo di mezzi e bike inclusivi e a sistemi audio-tattili Subpac messi a disposizione da Re-Moove, azienda trentina specializzata in mobilità inclusiva.
Gran finale domenica 29 settembre in val Duron, nelle vicinanze del Rifugio Micheluzzi, con Roberto Vecchioni in versione acustica accompagnato dal violinista Lucio Fabbri al violino e dal chitarrista Massimo Germini.
Anche quest’anno si rinnova la collaborazione tra il Festival e il Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento, dopo la positiva esperienza del 2023 durante il trekking di Paolo Fresu e con la Banda Osiris. In occasione dei concerti della Camerata Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam e del Quartetto Arod, alcuni allievi dello stesso Conservatorio potranno incontrare i musicisti, confrontandosi su aspetti strumentali, ma anche sul rapporto tra musica e natura.

Tutti i concerti de I Suoni delle Dolomiti sono in programma alle ore 12, ad eccezione dell’Alba dell’8 settembre, ore 6.40, e dei concerti del 19 e 25 settembre, previsti alle ore 14.

Informazioni dettagliate sul sito www.visittrentino.info/it/isuonidelledolomiti

Commentando la frase del compositore americano Karl Ruggles "Infinite sono le altezze da scalare e le profondità da musicare", identitaria per questo festival, il direttore artistico Mario Brunello si è soffermato sulle parole “altezza” e “profondità”. i suoni e che arriva direttamente all’ orecchio. Un’altra parola simbolo è silenzio. Che non esiste, ma lo dobbiamo costruire e scoprire per mettere in evidenza il suono attorno a noi. Nelle attese, del suono, dell’alba, dell’ultima nota prima dell’applauso, il silenzio è unico come uniche sono le Dolomiti.
E ancora, la luce. È una scenografia naturale che nessuno ha preparato. Tante volte la luce accompagna la musica nei concerti. E questi piccoli, grandi dettagli si possono trovare solo in questo festival, da 29 anni.”

Per Maurizio Rossini “Questo festival si colloca dentro una idea di turismo che si sta spostando dai grandi numeri alla qualità delle esperienze. E questo ci ha fatto prendere decisioni importanti tra cui dichiarare che nelle stagioni classiche non puntiamo più a far crescere i numeri, ma a consolidarli e a migliorare l’esperienza dei nostri ospiti.”

Chiara Bassetti ha detto: “Fa un certo effetto essere arrivati alla vigilia dei 30 anni. Mi emoziono ancora pensando al primo concerto, il 1 luglio 1995 al rifugio Brentei sotto l’occhio vigile di Bruno Detassis. Volevamo trovare un modo originale per comunicare le Dolomiti e lo abbiamo fatto attraverso il linguaggio universale della musica e coinvolgendo le persone più legate alla montagna. Si è rinnovato, ma è rimasto sempre fedele a se stesso. È un festival portatore di felicità.”

Tullio Serafini: “Il festival è un momento speciale, è un incontro tra persone che apprezzano questo progetto e che possono compire questa sorta di pellegrinaggio verso i luoghi più belli del nostro Trentino È un evento di qualità espressa dai territori particolari e da artisti di grande livello. Questo festival ci offre la possibilità di creare e ideare esperienze che emozionano i nostri ospiti, insieme a tanti nostri concittadini. Ci consentono di dare stimoli importanti su temi come la sostenibilità, sui modi sobri e rispettosi di avvicinare la montagna e ora anche con l’attenzione all’inclusività.“

Gianni Battaiola: “Questo è un tipo di turismo che ci piace tanto. E’ nato 29 anni fa ed ha resistito nei suoi principi mentre il turismo è completamente mutato. Se vogliamo conservare i valori espressi da questo festival dobbiamo lavorare per decongestionare alcuni periodi cercando di valorizzarne altri. C’è chi allora ha visto lontano, perché sono più attuali che mai in questo momento le idee e i principi che 29 anni fa vi hanno ispirato.”

In rappresentanza del Collegio Guide Alpine, Manuel Alonso, responsabile della sicurezza per gli eventi in Fiemme e Fassa ha spiegato il ruolo della guida alpina all’interno del Festival. “Quello di accompagnare e guidare le persone, il pubblico, i musicisti e gli addetti per raggiungere i luoghi dei concerti. Scegliendo il percorso adatto a tutti i partecipanti e cercando di minimizzare ogni possibile rischio. Contemporaneamente svolgiamo un ruolo di educatori spiegando i luoghi e il paesaggio attorno. Un secondo ha a che fare con la sicurezza in collaborazione con il Soccorso Alpino e la Croce Rossa.”

Roberta Silva, dell’associazione rifugisti: “I rifugi sono il presidio delle terre alte. Noi viviamo i suoni delle Dolomiti non solo durante i concerti ma per tutto il periodo che stiamo in rifugio. Le Dolomiti vivono di suoni e di silenzi intesi come suoni. Noi ci alziamo al mattino e siamo i primi che possono godere le luci che illuminano le nostre strutture, chiudere gli occhi e sentire tutta la natura che suona.”

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