Arte / Il caso

Quadri falsi alla mostra su Iras Baldessari a Rovereto? Botta e risposta con Scudiero e Sgarbi, intervengono i Carabinieri

In esposizione al Museo Sichardt, con opere provenienti dal Mart: il Nucleo Tutela Artistica dell’Arma visiona i quadri, il «Fatto quotidiano» attacca, tutto parte dalla denuncia di Giancarlo Cappelletti e il presidente s’arrabbia

di Nicola Guarnieri

ROVERETO. La mostra «Baldessari futurista, dall’astrattismo al dinamismo» ospitata a palazzo Sichardt – con anche opere provenienti dal Mart – è diventata un caso nazionale. Merito di Giancarlo Cappelletti, appassionato d’arte, che ha annunciato a livello nazionale la presenza, a suo dire, di 23 opere false sulle 45 esposte dal Museo civico.

Ieri mattina il «Fatto quotidiano» ha sollevato il polverone: «Falsi 23 Baldessari». E la fonte, appunto, è Cappelletti che sostiene di aver segnato i quadri a suo dire «falsi». Sgarbi, ovviamente, ha risposto per le rime al quotidiano: «La mostra è fatta con opere degli eredi che hanno l'esclusiva potestà sulle autentiche. Il Mart ha prestato opere indiscusse delle sue collezioni. Nessuno ha mai dipinto falsi Baldessari, dal mercato inesistente».

E proprio il Mart si chiama fuori: «La Fondazione ha affidato la curatela a Maurizio Scudiero. Per la realizzazione dell’esposizione la Fondazione ha richiesto al Mart il prestito delle opere di Baldessari presenti nelle proprie collezioni. A fronte del prestito accordato è stata indicata nel catalogo la collaborazione con il Mart, apposto il logo ed inserito il testo del presidente Sgarbi. Il progetto non ha coinvolto il Mart essendo scelte di competenza e discrezione dell’ente organizzatore e del curatore della mostra. A fronte dell’evidente danno reputazionale arrecato dall’articolo il Mart sta valutando ogni opportuna iniziativa per tutelare la propria immagine».

Chi si è occupato della mostra, Maurizio Scudiero, rimanda le accuse al mittente. «Non sono falsi ma bisogna conoscere Iras Baldessari per capirlo. Mi occupo di lui da una vita e, per dire, è Cappelletti che deve dimostrare che ci sono falsi. Un dipinto è stato autenticato dallo stesso Baldessari quando era in vita e un altro è autentico. Gli altri? Lo stesso Cappelletti ha detto che forse si è sbagliato».

I carabinieri del nucleo tutela artistica di Venezia, però, sono intervenuti? «Certo, hanno analizzato le tele, le hanno tolte con delicatezza, le hanno fotografate e alla fine le hanno rimesse al proprio posto. Non è così facile stabilire se ci siano dei falsi e la mostra, non a caso, è rimasta aperta al pubblico».

L’articolo del Fatto tira in ballo Federico Zanoner, esperto di archivi futuristi. «É vero che Zanoner in un primo tempo aveva bocciato, solo su foto, un gruppo di opere ma poi, invitato a casa mia per vedere assieme alla direttora del Civico Cattoi ed al presidente Laezza alcune di quelle opere fornite dai collezionisti, le ha visionate e approvate. Il fatto poi che Zanoner affermi che “sapendo che si tratta di un autore soggetto a molti falsi...” è una cosa grave».

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