Podcast / Storia

Il Trentino nella Grande Guerra: un fremito dal Trentino irredento

La guerra infuria in Europa, gli uomini tra i 16 e i 50 anni sono al fronte, mentre l’Italia fa i conti con una disoccupazione crescente. In Trentino, come altrove, si dibatte sulla neutralità italiana, criticata dagli “energumeni della parola”. Tra le voci più sonore, quella della fazione che si batte per la “redenzione”, la liberazione dal giogo austriaco.

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Il Trentino nella Grande Guerra: l’interventismo serpeggia in Italia

I successi francesi, che hanno fermato i tedeschi sulla Marna, spingono Roma verso l’ingresso nel conflitto. Non al fianco degli alleati della Triplice, ma contro di essi, e contro l’Austria in particolare. Nessuno sembra rendersi conto di cosa è diventata la guerra moderna, una guerra di logoramento che divora senza sosta materiali, mezzi e, soprattutto, vite umane.

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Il Trentino nella Grande Guerra: una lettera di Cesare Battisti a Benito Mussolini

Da Milano, Cesare Battisti scrive al collega giornalista Benito Mussolini, conosciuto ai tempi del soggiorno trentino di quest’ultimo. Battisti difende la causa di Trento irredenta e difende le ragioni di un conflitto italo-austriaco; ricorda al futuro duce la mobilitazione di tanti trentini mandati al fronte da Vienna. I contadini trentini, scrive, non seguono più i capoccia clericali, quelli sì austriacanti.

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Il Trentino nella Grande Guerra: dal fronte poche notizie ma molti morti e feriti

Il Trentino festeggia il nuovo papa, Benedetto XV, ma le prime pagine dei giornali sono monopolizzate dalle notizie della guerra. I trentini cominciano a conoscere nomi che in futuro segneranno la storia di molti soldati, come la Galizia. Dal fronte arrivano le testimonianze dei combattenti, ma soprattutto i morti e i feriti, che affollano i treni in arrivo alla stazione di Trento.

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Il Trentino nella Grande Guerra: la scelta di Cesare Battisti

Cesare Battisti ha fatto la sua scelta e da Trento ha scritto al re Vittorio Emanuele, che pure non amava: un appello per liberare «un popolo gemente sotto tristissimo triplice giogo». Il sentimento di italianità, scrive Battisti, è «sangue del sangue di tutto il popolo». È, per Battisti, il definitivo addio alla pace e all’antimilitarismo. Intanto l’Europa precipita nell’incubo di un conflitto globale.