Bestemmia durante la messa, condannato un sessantenne della Val di Non
L’episodio nella chiesa del paese, i fedeli hanno chiamato i Carabinieri: condanna ai lavori socialmente utili, anche per resistenza a pubblico ufficiale
TRENTO. Che l'uomo avesse qualche problema di salute, in paese era noto. In passato aveva combinato anche guai che lo hanno portato davanti ad un giudice. Talvolta è apparso poco equilibrato nei discorsi, ma nulla di particolarmente strano o preoccupante.
La sua imprecazione durante la messa è stata però la goccia che ha fatto traboccare il vaso, l'azione che è andata oltre il limite di sopportazione dei compaesani.
Sono stati chiamati i carabinieri, davanti ai quali l'uomo ha dato in escandescenze. Resistenza a pubblico ufficiale e turbamento di funzioni religiose sono i reati per i quali è finito a processo. Nei giorni scorsi è arrivata la condanna per la bestemmia: l'imputato dovrà svolgere lavori di pubblica utilità a favore del proprio Comune.
L'episodio che si è discusso in aula davanti al giudice Gianmarco Giua è avvenuto nel 2021 in una paese della val di Non. Protagonista un sessantenne già conosciuto alle forze dell'ordine per alcune intemperanze nel passato. Il contesto è delicato perché il soggetto ha oggettivi problemi di salute, tanto da non poter lavorare.
Naturalmente ciò non giustifica le sue azioni contro la legge e il disturbo che può recare alle altre persone. Come ricostruito dai carabinieri attraverso i testimoni, nell'episodio contestato l'uomo ha fatto ingresso in chiesa nel corso della celebrazione e si è messo ad imprecare ad alta voce: un gesto che ha creato scompiglio e destato un certo shock nei fedeli in preghiera.
Evidentemente alterato, il sessantenne è stato raggiunto dai carabinieri che nel tentare di riportarlo alla calma hanno subìto la sua reazione violenta. È di pochi mesi fa il decreto penale di condanna (con multa di alcune migliaia di euro), a cui però si è opposta l'avvocata Anita Pisani, legale dell'imputato. L'uomo è andato quindi a processo e, con rito abbreviato, nei giorni scorsi è stato condannato per aver turbato la funzione religiosa (reato che prevede fino a due anni di reclusione) ma assolto dall'accusa di aver opposto resistenza ai carabinieri.
La pena è stata convertita in lavori di pubblica utilità, che l'imputato svolgerà secondo un programma concordato con il Comune.