Desirèe, nuove speranze Eros Larcher difende Stamina

«Già dopo la prima infusione, con il metodo Stamina - spiega il papà di Desirèe - i miglioramenti si sono visti. Ora deglutisce da sola, espleta altre funzioni autonomamente, è più tonica, più rilassata, dorme. Prima a deglutire non ci riusciva, serviva assistenza 24 ore al giorno». Oltre alla qualità della vita della piccola - che ha nel frattempo compiuto i 4 anni - è migliorata quella della famiglia: «Possiamo lasciarla con la nonna, andare a passeggio con lei. Per la prima volta ci siamo concessi qualche giorno di ferie, con lei, a Jesolo, l’abbiamo portata in riva al mare»

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Belli: «Staminali, rigore e no a false illusioni»

Di fronte a un bambino malato, terminale, per il quale la medicina non offre alternative chiunque, davanti ad una cura che promette miglioramenti, dice: proviamo. Se con le staminali c'è una speranza, sperimentiamo. Ma per Serena Belli, per anni genetista al S. Chiara e oggi presidente dell'associazione provinciale amici della nefrologia, così facendo non si fa realmente il bene dei malati e delle loro famiglie e nemmeno quello della scienza

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Caso Desirèe: arriva l'ok per le cure con le staminali

Il Tribunale di Trento ha detto sì: ha detto sì alla piccola Desirèe, ha detto sì alle cure con le cellule staminali. La piccola, che compirà quattro anni a fine luglio, si sottoporrà al protocollo Stamina, che prevede la trasfusione di cellule staminali prelevate dalla madre ed opportunamente trattate in laboratorio. Nel video il papà della bambina, Eros Larcher, annuncia la fine dell'incubo