De Gregori e Zalone: "Nonostante l'apparenza scherzosa questo disco insieme è un progetto serio"

Sulla carta sembravano una strana coppia, ma dal vivo è emersa tutta la sintonia che lega il più intellettuale dei cantautori e il più famoso dei comici. "Non abbiamo necessità di stupire, ci siamo incontrati solo per fare musica" hanno detto Francesco De Gregori e Checco Zalone presentando con uno showcase il loro album 'Pastiche' in cui l'attore - per la prima volta musicista puro - accompagna al piano il cantautore.

"Pastiche è una parola antica e il disco è pieno di cose vintage. Il titolo - ha spiegato De Gregori - incarna bene il nostro lavoro, un mash up di tanta musica diversa, dalle canzoni di Checco alle mie a canzoni di altri come Paolo Conte, che ho malamente interpretato". Durante lo showcase, infatti, il cantautore ha dimenticato alcune parole del brano e ha chiesto a Zalone di ricominciare. A chiudere l'esibizione l'inedito 'Giusto o sbagliato', la versione 'degregoriana' di 'My Way'.

"Mi ero messa a tradurla ma non reggeva in italiano, quindi ho attinto dalla traduzione e poi ho scritto un'altra canzone, ma c'è un intento comune, quello di voler fare un bilancio o non volerlo fare e sono in un'età - ha chiosato De Gregori - in cui mi viene naturale".

"Io no" ha aggiunto Zalone, strappando una delle tante risate che hanno costellato la presentazione, preludio ai concerti in programma il 5 e il 9 giugno alle terme di Caracalla. "Non ci va - ha chiarito De Gregori - di fare un tour, ma di toccare e fuggire ed è giusto su un progetto del genere. La gente ci vorrebbe vedere ancora, ma ogni tanto alla gente bisogna saper dire di no e questo tiene in vita gli artisti, se dovessimo correre dietro a tutti sarebbe un suicidio". Questo progetto, invece, nasce da una necessità diversa, da un'affinità tanto imprevedibile quanto naturale: "Siamo amici, forse - ha confidato Zalone - è una delle poche persone amiche che ho nel mondo dello spettacolo, fa una cacio e pape e una carbonara buonissime e ha uno Steinway che non ha mai suonato così bene come con me. Mi ha riempito di complimenti finché non è nata questa idea, è un pasticcio, una marachella come piace dire al Maestro".

"All'inizio - ha confermato il cantautore - era voglia di suonare, cantare e condividere poi è finita in un disco, che abbiamo fatto per il pubblico". Un progetto in cui Zalone è musicista e non comico: "È un'operazione stile Woody Allen, la differenza - ha detto - è che io so suonare. Il mio cruccio è che presentarmi senza fare lo stupido può deludere", ma "il gioco è dichiarato - ha aggiunto De Gregori - nessuno si aspetta che Checco faccia ridere. Mi piace molto come pianista ma non so quanto vorrebbe cantare le mie canzoni". "Ma poi - ha chiesto al pubblico - non vi basta mai? mi sembra abbastanza bello quello che abbiamo fatto". Dopo il debutto di Zalone come musicista, inevitabile aspettarsi quello di De Gregori al cinema: "mi piacerebbe molto" ha ammesso lui, che ha già prestato il suo cane all'amico per il film 'Quo vado'.

Sicuramente la loro collaborazione non finirà qui, perché "siamo diventati amici: gli artisti quando superano i 60-65 anni diventano livorosi e incazzati con l'età e il mondo moderno, mentre - ha detto Zalone - non ho mai sentito De Gregori parlar male della trap. Anche se tende a smitizzare tutti e dice cose terribili sui colleghi, la sua è assenza di retorica e moralismo unita a un profondo senso etico".

"Ho amato Checco dal primo film - ha ammesso De Gregori - per il suo sguardo innocente e dolce sulle creature umane e la società. Come Sordi e Gassmann, rende pubblico l'italiano medio senza cattiveria, con rispetto e delicatezza, le stesse qualità che ritrovo nel suo modo di interpretare la musica". E che sarà possibile apprezzare a Caracalla: "stiamo costruendo uno spettacolo che - hanno anticipato - sarà diverso dai soliti spettacoli musicali perché siamo due anime diverse e l'improvvisazione è la nostra guida", come hanno dimostrato oggi a Milano, aggiungendo a sorpresa allo showcase 'Generale' di De Gregori e 'I uomini sessuali' di Zalone, che però non è finita nel disco perché - ha concluso Checco - "i capolavori non si toccano!".