Borgonovo Re attacca

Non accenna a diminuire la polemica che si trascina ormai da alcune settimane all'interno della giunta provinciale sulla riorganizzazione del sistema ospedaliero trentino. Il progetto portato avanti dall'assessora alla Salute, Donata Borgonovo Re, è stato ampiamente criticato da alcuni colleghi di giunta. Proprio ieri l'assessore all'Urbanistica Mauro Gilmozzi (Upt), non a caso già sindaco di Cavalese dove il piano prevede lo stop al punto nascita, dalle pagine dell'Adige ha lanciato un chiaro avvertimento: «Se lei insisterà nell'andare dritta sulla sua strada, senza darci risposte, noi quel provvedimento non lo voteremo»

Rossi blocca Borgonovo Re

«Non ci sono le condizioni e il clima per decidere sulla rete ospedaliera: se ne riparlerà solo quando il presidente lo metterà all'ordine del giorno della giunta». Il governatore Ugo Rossi parla in terza persona. È inviperito per il continuo stillicidio di notizie apparse sull' Adige negli ultimi tre giorni (diversi approfondimenti anche nell'edizione oggi in edicola), relative al piano di tagli sui punti nascita e la riorganizzazione degli ospedali periferici, su cui da settimane ormai si sta discutendo in giunta e che l'assessora alla salute, Donata Borgonovo Re, ha auspicato che si possa definire la settimana prossima. Quell'approvazione lunedì prossimo non ci sarà. Il governatore ed ex assessore alla sanità ha deciso di bloccare ogni decisione Il blog di Paolo Ghezzi

Piano ospedali: ecco i cambiamenti

La riorganizzazione della rete ospedaliera, che sta dividendo la giunta provinciale chiamata ad approvarla, si basa sulle previsioni del piano di miglioramento 2013-2015 redatto dall’Azienda sanitaria e approvato dalla giunta il 19 luglio del 2013, quindi nella scorsa legislatura. L’assessora Donata Borgonovo Re non perde occasione per ricordarlo. E lo ha scritto anche nel documento con i tagli agli ospedali di valle che ha consegnato ai colleghi di giunta e agli amministratori del Pd. Ecco cosa prevede in dettaglioL'assessora spiega la riorganizzazione: VIDEOLa MAPPA degli ospedali perifericiLa replica di Borgonovo Re a Gilmozzi: AUDIO

Punti nascita: «Occorre più sicurezza»

A parte la situazione di Trento e Rovereto, negli altri ospedali ci sono «2.000 parti ogni anno lasciati avvenire in situazioni» che vanno messe in totale sicurezza. «La politica decida in fretta perché non possiamo far correre il rischio alle persone di vivere nell'insicurezza e ai medici di operare nell'insicurezza». Marco Ioppi, a capo del Dipartimento di ostetricia e ginecologia a Rovereto, pone una richiesta urgente «con il cuore in mano» alla giunta provinciale

Punti nascita, è bufera politica. Borgonovo Re: «Pronta ad andarmene»

«Non ho intenzione di rimangiarmi la proposta. Se il mio lavoro non è apprezzato, pazienza. Ne trarrò le mie conclusioni». L'assessore alla salute Donata Borgonovo Re non è disposta a scendere a compromessi sulla chiusura del punto nascite di Tione. La tempesta scaturita dall'interrogazione del leghista Fugatti per sapere se il reparto maternità di Tione subirà un ridimensionamento o chiuderà ha fatto arrabbiare il presidente e gli alleati, ha fatto vacillare il Pd, ma non ha scalfito neanche un po' le certezze dell'assessore. Intanto il dottor Dino Pedrotti fornisce un grafico con l'andamento delle nascite a Tione e Cavalese negli ultimi dieci anni e uno con il confronto tra Borgo (chiuso nel 2006) e Tione Il commento di Ugo Rossi [VIDEO]

Punti nascita di valle è una lenta agonia

Nuovo campanello d'allarme per i punti nascita periferici in Trentino. La nuova direttiva dell'Azienda sanitaria prevede per gli ospedali periferici solo parti fisiologici e il primario di ostetricia e ginecologia di Arco, Arne Luehwink, ha preso alla lettera il contenuto della delibera e ha annunciato che, a partire da venerdì prossimo, non ci saranno più parti cesarei programmati in reparto e tutte le gravidanze con un minimo rischio saranno trasferite a Trento e Rovereto. Una sorta di anticamera della morte del reparto visto che così i parti rischiano di crollare da 500 a 250. Un destino che potrebbe accomunare anche gli ospedali di Cles, Cavalese e TioneI tuoi commenti