Materna / Il dibattito

Scuola dell’infanzia di Caldonazzo, scintille sull’addio alla Federazione

Il direttivo ha proposto di consentire ai genitori di votare l’uscita dalla Federazione provinciale (urne aperte fino a oggi, sabato 4 marzo). La direttrice ha ribattuto: «Si tratta di una procedura fuori legge». Le parti finiscono da Bisesti

di Flavia Pedrini

CALDONAZZO. Le urne resteranno aperte fino a oggi, sabato 4 marzo. In ballo c'è la scelta, proposta dall'attuale direttivo della Scuola dell'infanzia Maria Bambina di Caldonazzo, di uscire dalla Federazione provinciale scuole materne e diventare una scuola dell'infanzia provinciale.

Una partita che, in attesa dell'esito, ha già aperto un fronte caldissimo tra la Federazione, che punta il dito contro le modalità di convocazione dell'assemblea - «Contro la legge», dice la direttrice Lucia Stoppini - e il direttivo, che per voce della sua presidente, Fulvia Ciola, dice che la procedura ha avuto la "benedizione" degli uffici provinciali.

Ma anche la sindaca, Elisabetta Wolf, pure riconoscendo l'assoluta autonomia del direttivo, non nasconde il dispiacere per una consultazione che - dice - avrebbe dovuto essere fatta mettendo i genitori nelle condizioni di decidere in modo consapevole: «Non capisco tutta questa fretta».

A misurare la distanza tra le parti basta il "botta e risposta" a distanza affidato alle missive circolate nelle ultime settimane. In gennaio, il Comitato di gestione, informa le famiglie della proposta del direttivo, sottolineando che con il passaggio «la gestione della scuola e le responsabilità giuridiche e legali non saranno più in capo a un consiglio direttivo composto da volontari che non sempre hanno le competenze necessarie per potere gestire la scuola in tutti i suoi ambiti, ma passeranno direttamente alla Provincia autonoma».

Una comunicazione in cui, tra l'altro, si precisa che «il personale ausiliario e insegnante resterà invariato» e che «i volontari saranno bene accetti». In calce l'annuncio di una serie di incontri sezionali, in cui la presidente Ciola avrebbe spiegato le ragioni della proposta, legata soprattutto all'idea che l'attuale modello di gestione, che lascia tutta la responsabilità in capo ai volontari, non sia più attuale (si veda l'articolo in basso).

Il 9 febbraio sono la direttrice della Federazione, Stoppini e il presidente Giuliano Baldessari, a scrivere ai genitori per replicare: «Siamo molto stupiti di questa iniziativa, sia per il metodo sia per i contenuti». Nel mirino il mancato coinvolgimento della Federazione - «non ha avuto una interlocuzione diretta con la presidente» e «non è stata invitata» - negli incontri promossi: «Evitare la possibilità di uno scambio diretto con i genitori significa negare agli stessi la dovuta opportunità di comprendere bene e in termini chiari e trasparenti tutte le implicazioni che una scelta così rilevante presenta e, particolarmente, le ragioni per le quali tale scelta porta a impoverire la Comunità di Caldonazzo».

E ancora: «Il personale ausiliario, a partire dal cuoco, dovrà essere assunto dal Comune (con un bando), e non è automatico che rimangano le stesse persone». Ricordando poi che la legge «esclude tassativamente» la presenza dei volontari nella vita scolastica, la Federazione ribadisce che il lavoro dei volontari è da sempre sostenuto nella gestione: «Una delle figure centrali per il supporto delle scuole è quella del coordinatore». Come dire che nessuno viene lasciato da solo.

Sta di fatto che il direttivo (lettera del 13 febbraio), convoca l'assemblea dei genitori per il 28 febbraio, dalle 20.30 alle 22. Un'assemblea che, «secondo quanto previsto dal regolamento approvato dal direttivo e condiviso con il Servizio infanzia della Provincia», si legge, viene lasciata aperta fino a sabato. Lo stesso giorno è la sindaca a promuovere una riunione per il 14 febbraio, invitando anche Baldessari e i referenti provinciali, «per consentire alle famiglie di scegliere consapevolmente».

E sempre la sindaca, il 26 febbraio, scrive ai genitori, spiegando anche l'impatto organizzativo sul Comune in caso di addio alla Federazione: «Comprendo le ragioni del volontariato e le difficoltà - dice - ma si potevano valutare insieme altre soluzioni. È una questione di trasparenza e democrazia. Andava coinvolta tutta la comunità e anche l'amministrazione, informata dal direttivo dell'avvio dell'iter solo il 31 gennaio».

Sulle modalità di convocazione dell'assemblea dei genitori, Stoppini è netta: «È regolamentata da un preciso articolo della legge 13 del 1977. Intanto spetta al sindaco convocarla ed è necessaria la presenza dei due terzi per raggiungere il quorum. Si è adottata una procedura fuori legge e lo abbiamo detto anche all'assessore Bisesti. È una questione etica, c'è un oltraggio ai genitori, che devono essere messi nelle condizioni di avere chiaro cosa vanno a votare».

Anche il direttivo ha incontrato Bisesti: «Lo abbiamo visto ieri (martedì 28 febbraio, ndr) per informarlo - spiega Ciola - ci ha detto che attende l'esito del voto».

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