Mobilità / L'opera

Ciclabile Trento-Pergine, approvato anche l'ultimo tassello nell'area della cava Corona

Provincia, c'è il progetto esecutivo per il tratto di 700 metri che collega l'uscita della vecchia strada dei Crozi con il segmento che dalla zona di Roncogno arriva fino a San Cristoforo e al lago di Caldonazzo

PONTE ALTO Posate le nuove barriere protettive per la ciclabile
TRENTO Procede il cantiere della ciclabile in via Bassano
VALSUGANA Pronti alcuni tratti nuovi fra San Cristoforo e Fornaci

L'OPERA Finalmente da Trento a Caldonazzo in bici

di Domenico Sartori

TRENTO. Sono appena 700 metri, ma hanno una grandissima importanza. Stategica, si può ben dire. Perché sono l'ultimo tassello del collegamento ciclopedonale tra Trento, Pergine Valsugana e la zona Laghi.

I 700 metri sono quelli che serviranno a completare il tracciato, di 13,7 km tra Centochiavi e San Cristoforo. Ecco la novità, attesa: il Servizio opere stradali e ferroviarie (Apop) della Provincia, con una determinazione firmata dal sostituto dirigente Carlo Benigni, nei giorni scorsi ha approvato il progetto definitivo relativo ai lavori di realizzazione della pista ciclopedonale Valsugana, collegamento Rio Santa Colomba - Strada dei Crozi.

L'importo è stato dapprima finanziato per 400 mila euro, e l'incarico di progettazione definitiva ed esecutiva delle opere strutturali è stato affidato, a fine 2020, all'ingegner Mattia Gasperini. Alla fine, il progetto revisionato dall'ingegner Chiara Uez del Servizio opere stradali e ferroviarie, comprendente anche le prime indicazioni del piano sicurezza e coordinamento (ingegner Sergio Deromedis) e la relazione geologica e geotecnica del geologo Riccardo Campana, prevede una spesa di 700 mila euro, di 580.507,82 euro per i lavori da mettere in appalto.

Il progetto riguarda il tratto che collega lo sbocco della strada dei Crozi (che sarà utilizzata come ciclopedonale) all'uscita dell'ultima galleria in direzione Pergine Valsugana, alla cava Corona, cioè all'intersezione con il rio Santa Colomba.

Il tracciato, in distanza di sicurezza idraulica dall'alveo del torrente Fersina, corre ai piedi del muro che sorregge la statale 47, seguendone lo sviluppo in leggera semicurva. Il tratto più in salita sarà proprio quello di raccordo con la strada dei Crozi.

Nella sostanza, ora, la gran parte della ciclopedonale Centochiavi-San Cristoforo è realizzata o in corso d'opera.

Nei prossimi mesi, sarà completato il progetto esecutivo di questo ultimo tratto, con l'obiettivo di appaltarne i lavori nel 2023. Ed il tutto è programmato nella consapevolezza che, fino a quando non sarà ultimato l'intervento di messa in sicurezza del viadotto dei Crozi e della galleria, non potrà essere utilizzata come ciclabile la storica Strada dei Crozi, scavata in roccia e aperta nel 1850. Realisticamente, sarà ancora necessario un anno e mezzo di lavori.

Verso Trento, è pronto da tempo il tratto che da Ponte Alto collega alla strada dei Crozi, sottopassando la statale. Ed è in corso di ultimazione la prima tratta (lunga 3,66 km, 1,94 milioni di costo) che sale da Centochiavi (via Dalla Fior) e corre parallela alla vecchia Statale 47: la ditta Zampedri Lorenzo dovrebbe consegnare i lavori entro novembre e la tratta essere inaugurata entro la fine dell'anno.

In direzione lago di Caldonazzo, il tratto verso Roncogno, con i ponti sui rii Silla e Farinella, è già ultimato, mentre si è prossimi alla firma del contratto con la ditta Morelli per il tratto più lungo che porta alla località Fornaci dove arriva la ciclabile da San Cristoforo. Quindi, con l'ultimo tassello, strada del Crozi-rio Santa Colomba, si chiude il cerchio del percorso ciclopedonale di un progetto fra Trento e San Cristoforo concepito nel 2014.

Servirà ai residenti, perché da Pergine Valsugana il capoluogo sarà raggiungibile in bici molto più rapidamente e agevolmente. E servirà i turisti delle due ruote. Che sono un business crescente per l'economia trentina: il cicloturista spende mediamente 80 euro al giorno, ed è un mercato che sta esplodendo: dal 2020 al 2021, un aumento del 20%, da 2 milioni a 2,5 milioni di passaggi registrati sui 450 km della rete di ciclabili del Trentino.

Dopo il collegamento con l'Alta Valsugana, rimane irrisolto il nodo del collegamento con l'Alto Garda attraverso il Bus del Vela. La scelta è prima politica, quindi di risorse per concretizzarla, dopo, solo dopo, tecnica.

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