Valsugana / L'allarme

Lago di Caldonazzo, in corso le operazioni di recupero di un ordigno bellico: spiaggia chiusa

Trovata una bomba a mano nelle acque prospicenti la fascia che si trova di fronte al bar Miralago. Dopo la rimozione del residuato, si procederà con il controllo e la bonifica dell'area, che sarà riaperta al pubblico dopo le 12 di domani, 16 settembre

Il CASO San Cristoforo, ordigni di guerra nel lago: tutto ok per le spiagge

di Luigi Oss Papot

CALDONAZZO. Le acque del lago di Caldonazzo restituiscono ancora una volta ordigni bellici. Ad un mese esatto dal ritrovamento di alcune bombe a San Cristoforo, nella zona della Darsena, questa volta è la sponda opposta, quella di Caldonazzo, ad essere interessata da alcune operazioni per prelevare ordigni.

In particolare oggi dalle 13 alle 17, e domani dalle 8 alle 12, la spiaggia prospiciente il bar Miralago, si svolgeranno le operazioni di recupero e messa in sicurezza di tutto il materiale bellico che emergerà; si rende necessario, allo stesso tempo, lo sgombero della popolazione per un raggio di 70 metri dal luogo delle operazioni, in via preventiva: si tratta essenzialmente di attività pubbliche, come il bar appunto e alcune porzioni di campeggi adiacenti.

Fortunatamente si è a settembre, e l’afflusso turistico, visto anche il meteo in progressivo peggioramento, non è più così pericolosamente denso e congestionato come appena un mese fa. Quest’aspetto, senza dubbio, favorirà il personale impegnato nelle operazioni.

Bomba a mano sul fondale: artificieri in spiaggia a Caldonazzo

Artificieri al lavoro, sulla spiaggia di Caldonazzo, nei pressi del bar Miralago. Obiettivo, recuperare sul fondo del lago una bomba a mano tipo "Sipe" (prodotta dalla Società italiana prodotti esplodenti), risalente alla prima guerra mondiale ed in uso all'allora Regio Esercito.

Come accaduto un mese fa a San Cristoforo, saranno impegnati i militari del Comsubin (Comando Raggruppamento subacquei ed incursori “Teseo Tesei” della Marina Militare) e del 2° reggimento Genio guastatori di Trento. Saranno affiancati anche dai carabinieri della Compagnia di Borgo Valsugana e dal corpo militare volontario della Croce Rossa con un’ambulanza, in caso di necessità.

I disagi dunque dovrebbero essere abbastanza limitati, vista anche la decisione di interdire la zona solo per due mezze giornate: in questo lasso di tempo, come prevede l’ordinanza firmata dalla sindaca Elisabetta Wolf, vige ovviamente il divieto di transito ad ogni sorta di veicolo ed anche di natante (nello specchio lacustre di fronte alla spiaggia) ed anche ai pedoni, ad eccezione dei mezzi impegnati nelle operazioni di sgombero, dei mezzi del trasporto pubblico, delle forze di polizia, della polizia locale e dei mezzi di soccorso.

Dopo gli interventi a San Cristoforo è dunque Caldonazzo ad essere interessato da operazioni simili: il tutto è nato in quanto, tempo fa, è stata individuata sul fondo del lago una bomba a mano tipo “Sipe” (prodotta dalla Società italiana prodotti esplodenti), risalente alla prima guerra mondiale ed in uso all’allora Regio Esercito. Ha la classica forma di “ananas”, così come è anche volgarmente chiamata: dopo l’accensione della miccia, i soldati avevano circa 7 secondi prima dell’esplosione, che spargeva frammenti di ghisa fino a circa 35 metri.

Si calcola sia stata la bomba a mano più utilizzata dall’esercito italiano durante la grande guerra.

Una volta che i militari subacquei avranno prelevato dal lago l’ordigno, se le condizioni lo consentiranno, gli uomini del Genio lo bonificheranno direttamente sul posto.

Le due mezze giornate previste per le operazioni servono, come già accaduto per l’appunto a San Cristoforo, per effettuare una ricognizione della zona in maniera più approfondita, ricercando altri ordigni dei quali, pare, le coste del lago abbondino.

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