Pergine / Il caso

"Perseguita il fratello": a processo per stalking: cinquantenne imputata con il figlio e il compagno

Questioni di eredità, divisione dei beni, parti comuni all'origine di una bega familiare che è finita nelle aule di giustizia: la parte civile chiede un risarcimento di centomila euro

TRENTO. Una casa e tanti guai: sono state questioni di eredità, di divisione dei beni, di parti comuni a far scoppiare la guerra tra fratello e sorella.

Accade a Pergine Valsugana ed i due litiganti - entrambi cinquantenni, ognuno con la propria famiglia - dall'estate 2020 sono ai ferri corti.

Incomprensioni, recriminazioni e, forse, invidie hanno fatto vacillare la già precaria convivenza nello stesso "quartiere", fino ad arrivare allo stalking. Frasi pesanti e minacce di morte, da parte della sorella nei confronti del fratello, si sono alternate a comportamenti infantili come mostrare il dito medio, piazzare una piccola telecamera per tenere sotto controllo i movimenti della parte avversa, tirare le patate contro l'auto.

Oltre alla sorella imputata di stalking, l'altroieri sono stati rinviati a giudizio il figlio e il compagno della donna, tutti già sottoposti al divieto di avvicinamento alle vittime.

Il processo si aprirà in autunno con la richiesta del fratello e di sua moglie - costituiti parte civile con l'avvocato Claudio Tasin - di un risarcimento per il danno patrimoniale e non patrimoniale di 100mila euro, tenendo conto che a subire le conseguenze di questa "guerra familiare" ci sono anche i loro figli, due bambini che purtroppo hanno già conosciuto la cattiveria d'animo di certe persone, essendo oggetto di frasi razziste da parte della zia e di atteggiamenti minacciosi da parte del compagno di lei. Offese, dispetti, azioni violente: ai tre imputati vengono contestati numerosi episodi, alcuni gravissimi, altri grotteschi.

Tra questi ultimi, le chiamate ai carabinieri della sorella per denunciare che il fratello circolava con il trattore del padre (mezzo in comproprietà) senza il suo permesso, la radio sparata ad alto volume all'una di notte e il lancio di patate contro la finestra della famiglia vittima di stalking. Ad ancora: cospargere le scale di olio, il tiro di uova contro l'auto del fratello perché parcheggiata nel cortile in comproprietà, mostrare il dito medio e abbandonare l'immondizia nella parti comuni.

Ci sarebbero state frasi pesanti e addirittura minacce di morte: «Ti butto dalle scale», «Ti ammazzo», «Ti mangio il cuore» sono le parole che- secondo l'accusa - in più di un'occasione uno degli imputati (il compagno della sorella) ha urlato contro il fratello della donna, in un caso spintonando, in un altro brandendo una grossa lama in direzione dell'appartamento della vittima.

Nella bega familiare c'è andato di mezzo pure il cane: l'indifesa bestiola, appartenente alle vittime, è stata prelevata dalla imputata senza alcun permesso e portata in una pensione per cani, dove è stata poi recuperata dai proprietari. La condotta della donna, del figlio e del compagno ha generato una grave stato di ansia nelle vittime ed in particolare nei loro bimbi, uno dei quali è in cura da uno specialista. Ma. Vi.

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