Opere / Il caso

Telve e i canestri da basket sui lati lunghi del campo: «è stata una scelta, mica deve giocarci la Nazionale»

Il sindaco Dagaudenz spiega la storia del progetto: «Dovevamo metterne uno solo, abbiamo scelto di raddoppiare, però non si tratta di un campo da pallacanestro, solo di due cesti per fare qualche tiro»

di Massimo Dalledonne

TELVE. «Chi parla di un nuovo campo da basket a Telve oppure di canestri sbagliati o non sa di che cosa parla oppure lo sa e vuole creare un goffo elefante a partire da un'innocua formica. Il comune non ha mai avuto nessuna intenzione di creare un nuovo campo da pallacanestro regolamentare».

Così il sindaco di Telve Matteo Degaudenz che, a distanza di alcuni giorni, ha preso carta e penna per rispondere alla recente interrogazione dei consiglieri di minoranza. «Nell'ambito dei numerosi ed importanti interventi di miglioria, decoro e sicurezza che stiamo predisponendo in paese, abbiamo pensato di offrire la possibilità ai ragazzi e alle ragazze che frequentano la zona di divertirsi in modo del tutto libero ed informale anche con il gioco del basket. Inizialmente si pensava di installare un solo canestro; poi, accogliendo il suggerimento della minoranza consiliare, ne abbiamo installati due, a circa 18 metri l'uno dall'altro».

Una decisione presa facendo, però, alcune considerazioni. «Se avessimo voluto rispettare le dimensioni regolamentari (28 x15) il canestro a nord (verso la scuola) sarebbe stato di intralcio nello stretto corridoio che c'è tra il plesso e il campo da gioco; inoltre i due canestri avrebbero dovuto essere collocati sopra le due porte da calcio causando reciproco intralcio ed anche un potenziale pericolo. Infine, un campo da gioco regolamentare non sarebbe quasi mai utilizzato; ora, i due canestri esistenti, sono già molto utilizzati da piccoli gruppetti di giovani che giocano e si divertono».

Degaudenz torna anche sulla questione dello spreco di denaro pubblico. «Una struttura messa a disposizione di tutti, concepita per incentivare i momenti di aggregazione non rappresenta uno spreco di denaro pubblico ma, viceversa, un investimento per il benessere psico-fisico dei nostri giovani, ai quali vogliamo semplicemente offrire un motivo in più per stare insieme in paese in un luogo protetto trovando momenti di svago e socializzazione».

Un'ultima considerazione ironica: «Siamo pronti a rimodulare la struttura secondo i crismi dettati dalla Federazione Italiana Pallacanestro qualora la nazionale decidesse di allenarsi o di disputare qualche partita ufficiale outdoor a Telve».

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