La testimonianza / L’intervista

Liliana Segre ha scelto il Primiero per le vacanze: “Il pericolo pure oggi resta l’indifferenza”

Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni - lei allora ne aveva 13 - che furono deportati ad Auschwitz, la sentatrice a vita Liliana Segre è tra i soli 25 sopravvissuti

di Manuela Crepaz

PREMIEROLiliana Segre ha scelto Primiero per due settimane di vacanza. Presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza, membro della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, a metà degli anni '90 ha cominciato a portare nelle scuole la sua testimonianza di sopravvissuta dell'olocausto perché, come ha detto nel gennaio 2018 in occasione della nomina da parte di Sergio Mattarella a senatrice a vita, «coltivare la Memoria è un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare».
Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni - lei allora ne aveva 13 - che furono deportati ad Auschwitz, Liliana Segre è tra i soli 25 sopravvissuti.

Il suo impegno per le scuole è stato rilevante. E sempre di attualità rimangono i suoi libri.

Io sono andata praticamente solo nelle scuole, ho evitato sempre i gruppi di politici, i gruppi di industriali o altro, non mi è mai interessato. Io da quando sono diventata nonna, ho sentito di parlare ai ragazzi e ho continuato fino all'anno scorso. Poi, compiuti 90 anni, mi son messa in pensione, salvo in occasioni come queste, in cui lei, come molti altri giornalisti, mi fate qualche domanda (e ride). Ho dedicato ai giovani gli ultimi trent'anni. Per anni ho taciuto in silenzio, chi mi conosceva non sapeva niente di me.

Ci viene insegnato che historia magistra vitae. Quanto è alto il rischio che si perda la memoria, o peggio, la si voglia negare?

È altissimo. Anzitutto, il passato è sempre più lontano, sia perché i ragazzi di oggi considerano quello che è successo ieri già una cosa da dimenticare, che non interessa e poi perché il tempo è stato sempre così, cioè noi cosa sappiamo? Le faccio un esempio: qui è interessantissimo vedere le numerose lapidi, anche oggi siamo stati a vedere un monumento dei caduti francesi della Prima Guerra Mondiale, di cui non sapevamo l'esistenza. Sapevamo ovviamente degli Italiani, dei Tedeschi, degli Austriaci, degli Inglesi e degli Americani, ma non immaginavamo così tanti Francesi morti. E chi se li ricorda? Alla seconda generazione sono morti per niente.

Perciò la storia non è maestra di vita.

Una volta poteva essere, forse. Adesso no, non più.

Per cui le nuove generazioni come fonderanno il loro futuro se non conoscono il passato?

Ci saranno gli algoritmi, ci sarà questo modo di esprimersi soltanto con lo smart working che sarà anche smart conversation in famiglia e quindi i rapporti cambieranno e secondo me il passato non avrà nessuna importanza. Sarà solo il futuro importante, prima che le temperature si alzino oltre i 50 ° e allora non ci sarà né passato né futuro. I problemi legati al cambiamento del clima sono cogenti. C'è chi prevede che nel 2050 sotto Roma, si arriverà 52 gradi centigradi. In Africa non sarà possibile vivere.

A questo proposito, si acuirà il problema della migrazione, perché l'Africa, oltre a problemi economici, politici, sociali, si sta desertificando. Lei ha vissuto sulla sua pelle l'intolleranza, la violenza, l'ostracismo, il razzismo. Noi tutto ciò lo stiamo perpetrando sui migranti anche con l'indifferenza.

Sa, l'indifferenza è la parola più importante per me, che descrive il passato, il futuro e presente. Quindi lei ha usato un termine che è mio: l'indifferenza è quella che ha permesso gli orrori del passato e che permette il mare che si chiude sopra a chi naufraga e non se ne interessa nessuno.

Perché siamo così indifferenti?

Non ho la risposta, nessuno ce l'ha. Posso rendermi conto che in quel senso nulla è cambiato. Lei non ha parlato solo di indifferenza, ma anche di invisibili. Riferendosi all'entrata in vigore delle leggi razziali, ha ricordato: "Una delle cose più crudeli è stato far sentire invisibili i bambini".

Lei è stata invisibile per tanto tempo. Chi sono i nuovi invisibili?

C'è un discorso sociale che non vorrei affrontare, perché prescinde dalla mia testimonianza. Parliamo piuttosto di chi è visibile: chi grida più forte, chi si fa fotografare di più, chi ha i followers. Quando si vede chi ha followers e chi non li ha è la risposta di questo mondo attuale.

Cosa l'ha portata a Primiero?

Quand'ero una giovane fanciulla, avevo un marito amatissimo con il quale sono stata per sessant'anni, parecchie volte d'estate siamo stati a San Martino di Castrozza. Ora l'altitudine mi ha fatto preferire Fiera di Primiero grazie ad un'amica. Siccome lei sa che io sono vecchissima e compio 91 anni tra due mesi, il mio cardiologo mi consiglia sempre molto di camminare: qui ai Brunet Hotels è perfetto.

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