Anziani, nuova vita dopo il covid Festa alla residenza Rododendro

di Massimo Dalledonne

Una festa speciale, attesa da molti mesi, nessun rinfresco, niente brindisi, ma tanta, tanta voglia di stare in compagnia.

Alla residenza Rododendro, al terzo piano della Fondazione Romani a Borgo, c'erano molti compleanni da festeggiare. A causa dell'emergenza sanitaria, nei mesi scorsi, tutto era cambiato per i dieci ospiti della struttura. La vita di tutti i giorni stravolta dal Covid-19. A più riprese il virus ha bussato alla porta, chiedendo di entrare. Nessuno ha aperto e tutti, oggi, stanno bene.

Così, al terzo piano della Fondazione, nei giorni scorsi gli ospiti si sono riuniti nella sala comune. Come dicevamo, c'erano molti compleanni da festeggiare. Quelli di ieri e di oggi: «Quando siamo usciti dalla struttura, la prima volta dopo mesi e mesi rinchiusi nei nostri appartamenti, abbiamo provato una sensazione strana. Era come fossimo tutti guariti da una lunga e brutta malattia».

Con loro anche Pierachille Dalledonne e Gianfranco Schraffl del consiglio d'amministrazione della Fondazione Romani, la segretaria Sara Segnana e la volontaria Melissa Galvan . Tutti hanno sottolineato l'importanza di come «rispettando le regole igienico-sanitarie e comportamenti rigidi ma necessari, tutti quanti insieme siamo riusciti ad affrontare nel migliore dei modi questi difficili mesi».

A salutare gli anziani che vivono nella struttura, in una delle prime esperienze di cohousing avviate in Trentino, sono arrivati anche il parroco don Roberto Ghetta ed il presidente della Fondazione Carlo Paternolli . Tutti muniti di mascherina, distanziati l'uno dall'altro, gli ospiti hanno ripercorso i lunghi mesi di chiusura forzata.

La più anziana di anni ne ha 84, la più giovane ( Iolanda ) ne compirà 73. Ci sono anche Elio, Mario, Iole, Valeria, Giorgio, Vinicio e Letizia . Da settimane hanno ripreso ad uscire. Chi per fare la spesa, altri lunghe passeggiate. Fino al santuario della Madonna di Onea o, addirittura, fino a Olle. «Ogni mercoledì pomeriggio vado ad aiutare le signore che stanno lavorando al progetto Speranza al Quadrato. Lavoriamo a uncinetto e stiamo preparando anche il prossimo Natale».
Tanta voglia di vita, alla residenza Rododendro. «Non finiremo mai di ringraziare i volontari della Croce Rossa - ricorda la signora Letizia - che per diverse settimane ci hanno portato i pacchi viveri regalandoci, anche se a debita distanza, tante parole di conforto. Io quotidianamente segnavo sul calendario i giorni che passavano. Sono stati esattamente 70 quelli trascorsi rinchiusi nei nostri appartamenti senza vedere nessuno. Ma ora siamo qui e possiamo ricordare tutti insieme quei brutti momenti».

Una grande voglia di tornare a vivere con la consapevolezza, però, che per il momento niente sarà più come prima. Il Covid-19 ha lasciato il segno. Ora però si possono vedere, salutare e passeggiare insieme. Per loro questo è un grande risultato. Un traguardo, fino a qualche settimana fa quasi insperato. Ancora Letizia: «Per troppo tempo siamo rimasti isolati. Quando poi abbiamo rivisto anche i bambini della scuola materna entrare ed uscire dalla struttura, per me è stato un bel colpo al cuore. Mi sembrava di rinascere».
Il rododendro è il re degli arbusti, il simbolo di eleganza, il fiore che suggerisce cautela in vista di insidie. In passato gli si attribuivano forti poteri di protezione. Poteri che, questa volta, hanno aiutato e protetto tutti gli anziani, nessuno escluso, della residenza Rododendro di Borgo Valsugana.

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