Moldavo violento arrestato a Borgo poi i Carabinieri gli trovano in casa fucile, pistola, baionette e munizioni

I carabinieri della compagnia di Borgo Valsugana hanno arrestato venerdì un cittadino di origine moldava per violenza, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. L’intervento delle forze dell’ordine - a quanto riporta una nota dell’Arma - è stato richiesto dalla gestrice di un esercizio pubblico nell’area di rifornimento di Roncegno Terme, dopo che l’uomo ha offeso e minacciato più volte la titolare, sferrando un pugno ad un avventore intervenuto in sua difesa. All’arrivo della pattuglia, l’uomo, di 40 anni, si è dato alla fuga. Una volta rintracciato, dopo circa un’ora, ha aggredito l’agente che lo stava avvicinando. Immobilizzato e condotto in caserma, è stato trattenuto presso la camera di sicurezza della compagnia, in attesa del procedimento penale avvenuto in direttissima venerdì.

Come sempre, le indagini non si sono concludono con l’arresto del responsabile e ieri, dopo il fermo del 40enne moldavo, per meglio cristallizzare la sua condotta che ha portato al provvedimento restrittivo e apprezzarne correttamente il livello di pericolosità soggettiva sono stati condotti ulteriori controlli che hanno fatto emergere un quadro inquietante.

Il cittadino moldavo aveva raccolto presso la sua abitazione, una carabina cal. 7 con 20 cartucce, una pistola semiautomatica a salve, due taser ad alto voltaggio – di cui ne portava sempre uno con sé nell’autovettura, unitamente a un coltello tira pugni con lama da 21 centimetri - oltre a due baionette e altre numerose cartucce a salve.

Pertanto l’uomo è stato denunciato anche per porto abusivo di armi e oggetti atti offendere nonché detenzione abusiva degli stessi, poiché da marzo 2018, dopo essere stato segnalato all’autorità giudiziaria per guida in stato di ebbrezza, gli era stato notificato il divieto di detenere armi ed esplosivi ed è stato deferito anche per simulazione di reato, poiché in quella occasione, per mantenere la disponibilità della carabina, aveva depositato una denuncia di smarrimento dell’arma, nascondendola agli allora militari operanti.

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