Terremoto al don Ziglio il direttore Uez lascia incarico a tempo a Saggiorato

Il Centro Don Ziglio torna di nuovo sotto i riflettori. Il polo riabilitativo di Levico - che nel pieno dell’emergenza Covid-19 ha registrato 4 decessi e un malcontento diffuso fra il personale socio assistenziale, che lamentava l’assenza di sanificazioni e il mancato uso di presidi sanitari (tute monouso e mascherine) - cambia direttore. Fabrizio Uez lascia la poltrona su cui sedeva, al fianco della presidente Martina Dell’Antonio.

La decisione arriva in un momento delicatissimo per l’ex Piccola Opera, dopo le proteste del personale, le indagini dei Nas e una polemica tutta social, quando Luisa Valentini - nel cda e distaccata al Don Ziglio in supporto al coordinamento sanitario ed educativo - aveva accusato i dipendenti di assenteismo (un’accusa a corredo di una foto insieme all’altra coordinatrice Cecilia Cavagnoli).

Ora arriva il cambio al vertice che, visto da fuori, potrebbe essere letto come un’azione di rinnovamento o una sorta di operazione di facciata per mostrare che sono stati presi provvedimenti. Insomma, come si dice in gergo, nel caos di questi mesi qualcuno potrebbe pensare che è Uez stato “fatto saltare”.

Le cose sono un po’ più complesse. C’è da dire che Uez era già in zona pensionamento. Avendo dei giorni di ferie non consumati, anticiperà il suo addio al Don Ziglio al 31 maggio, con successiva quiescenza a fine giugno. Il pensionamento era già previsto già da gennaio, in periodo pre-Covid. Quindi nessun capro espiatorio, nessuna contestazione, nessun commissariamento, un lavoro pulito, una scelta programmata che in un certo senso salva tutti, anche se fra il personale le acque sono ancora molto agitate.

Il posto di Uez verrà preso temporaneamente dal direttore della casa di riposo di Strigno Marco Saggiorato, che fino a fine agosto gestirà entrambe le strutture: un’attività “a scavalco” che forse lui avrebbe evitato volentieri, visto che non siamo ancora usciti dall’emergenza Coronavirus e visto che la Don Ziglio è fra le strutture “attenzionate” (anche ieri i Nas, i Nuclei antisofisticazioni e sanità dei carabinieri, hanno fatto nuovi controlli e parlato con i dipendenti). Saggiorato, 60 anni, 35 dei quali nelle direzioni di case di riposo, si occuperà del Don Ziglio fino quando non saranno ultimate le procedure di selezione del nuovo direttore. Una commissione dovrà individuare una cinquina di nomi.

Tecnicamente non si tratta di concorso pubblico. Verranno valutati i curricula e le competenze, i candidati saranno sottoposti ad un colloquio, peraltro non obbligatorio. Una gestione “agile”, quella delle strutture assistenziali trentine, in un sistema che in generale ha sempre funzionato ma che, in questa particolare fase, pare mostrare più di un limite.
Alcuni dei papabili già si conoscono e sono stati indicati in un’interrogazione firmata dal consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi: un documento presentato al presidente Walter Kaswalder in cui si chiede «a chi sarà attribuita la responsabilità per la mancanza di un “qualchessia” progetto o strategia antiCovid al Don Ziglio e per l’improvvida gestione amministrativa e medico-sanitaria dell’emergenza; eventuali iniziative nei confronti della presidente, anche a seguito del suo discutibile sdrammatizzante exploit sui social (il riferimento è ad un video in materia di Covid, poi rimosso,ndr)».

Degasperi ha anche ricordato la cronistoria con la questione delle sanificazioni mancate e il trasferimento di pazienti Covid dalla Don Ziglio alla sede della Croce Rossa di Levico (quando in teoria dovrebbero andarci i non Covid), chiamata a fare da supporto al management travolto dal virus e dalle contestazioni dei dipendenti. Ma torniamo ai nomi di chi si candida a prendere in mano la direzione. Si tratta di Luca Cattani, direttore della casa di riposo di Cles e, per un periodo a scavalco tra Cles e la struttura di Pellizzano. Esperienza a parte, può vantare un ottimo rapporto con la presidente Dell’Antonio. C’è poi Michele Bottamedi, per anni direttore a Malé, poi spostato alla casa di riposo De Tschiderer a Trento (un periodo breve a cui è seguito il passaggio alla guida di una cooperativa sociale). Lui è il marito della responsabile della formazione Upipa, autrice del ChangeLab (un modello per la gestione della disabilità oggi sospeso a causa del virus) e spesso al Don Ziglio. Sul piano giuridico non ci sarebbe alcun conflitto di interessi ma nel mondo delle case di riposo si dice che, per evitare critiche, in quel caso basterebbe spostare lei ad altro incarico. E poi c’è Piergiuseppe Saba, direttore prima di Uez e oggi in comando all’Azienda provinciale per i servizi sanitari.

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