Malga Masi getta la spugna per Covid il gestore Claudio Rozza cessa l'attività. Il Comune di Novaledo: "Una perdita"

di Gigi Zoppello

Prima penalizzata dalla chiusura della strada di accesso per lavori forestali dalla parte del Comune di Levico, poi penalizzata dalla pandemia Covid, la gestione di Malga Masi getta la spugna. Per il magnifico rifugio-agritur alle falde della Panarotta si chiude un capitolo e il gestore Claudio Rozza ha scritto la lerttera di rinuncia al Comune di Novaledo (la malga sorge su un lembo di quel territorio).

Con rammarico la giunta di Novaledo prende atto, ma esprime tutto il suo dispiacere. "Quando chiude un attività come quella di un agriturismo montano, si disconnette un territorio, non è come se si chiudesse una discoteca, è un territorio che si svuota di saperi, di economia, di progetti per il futuro. E questa attività per noi di pregio e orgoglio viene colpita al cuore, più volte ...come un soldato al fronte che combatte per rimanere in vita...ma l’ultimo colpo è mortale" scrive la vicesindaco Barbara Cestele.

E racconta: "Così oggi è arrivata la lettera di cessazione attività di Malga Masi che dopo la chiusura della strada di accesso principale sul Comune di Levico a causa dei danni provocati dall’ uragano Vaia ha dovuto subire un isolamento che è risultato letale aggravato dalla pandemia che ha tolto i pochi clienti rimasti... nel leggere le parole del nostro gestore mi trema il cuore. Questa cosa mi rimbomba in testa da diverso tempo e non riesco proprio a far finta di non sentirla. Claudio ha messo anima e impegno in questa sua passione ridando valore e immagine a quella parte di montagna che è patrimonio della Comunità di Novaledo. Può aver fatto bene, per alcuni fatto male ... ma mi chiedo chi avrebbe avuto il suo coraggio? Chi sarebbe rimasto in alta montagna sfidando le intemperie perché la resa dell’attività dipende anche dal meteo... chi sarebbe stato capace di reinventarsi proponendo dal nulla un giro di clienti per far conoscere quel pezzo di Territorio isolato? Pochi, pochissimi... uno".

Quindi il saluto finale: "Grazie Claudio Malga Masi per la tua dedizione, hai dato tanto e ti assicuro che farò tutto ciò che è in mio potere insieme a tutta l’Amministrazione Comunale per impedire questa sconfitta che segna tutta la Comunità".

La rinuncia di Claudio Rozza è dolorosa: per tutti gli affezionati clienti, era un piacere arrivare in un luogo senza traffico, con una camminata tutto sommato facile ed adatta a bambini e anziani, e trovare il calore dell'accoglienza unito alla bellezza degli animali. A Malga Masi c'erano vitellini e vacche, e la strada era mantenuta da Rozza a costo di enormi sacrifici con il suo "gattino delle nevi" che aveva acquistato e riparato da solo, e che garantiva una pista battuta anche con le nevicate più importanti. Un luogo ideale per le ciaspole; un posto ideale per fare tappa sul sentiero europeo E5, una base di partenza per la Translagorai, ma anche un semplice e rustico ristorante con dei collaboratorti gentili e sorridenti dove mangiare piatti della tradizione trentina e gustare i formaggi prodotti lì accanto. 

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