Record assoluto di pollini la centralina del Primiero conferma: mai così tanti dal 2006

di Andrea Orsolin

In queste settimane il fenomeno è visibile a occhio nudo. I pollini nell'aria sono presenti in quantità elevata: un pulviscolo giallo che si deposita sui balconi, sui vetri delle autovetture o a terra in una dose ben più alta degli anni scorsi.
Lo straordinario e anomalo aumento è il più significativo dal 2006, anno in cui il Parco Paneveggio Pale di San Martino ha iniziato ad effettuare le rilevazioni nella sede di Villa Welsperg, in Val Canali.
Nello specifico, i dati raccolti dal bollettino settimanale mostrano un aumento dei pollini di faggio ben dieci volte superiore alla media, sei volte in più quelli di carpino nero, sei quelli di orniello e tre di betulla. «Il motivo per cui questo avviene è dovuto a un mix di componenti - spiega Maurizio Salvadori , curatore del bollettino dei pollini del Parco - In buona parte la causa va ricercata nel cambiamento climatico. Da qualche anno le fioriture iniziano sempre prima per una questione climatica: una volta iniziavano i primi di febbraio, ora i primi pollini ci sono già a fine dicembre. Un'esplosione come quella di quest'anno, però, non può essere ricondotta unicamente all'aumento delle temperature. Alcuni anni, ad esempio, le fruttificazioni sono molto superiori alla norma per una proprietà insita nei cicli delle piante: esse a volte producono più polline perché sono sotto stress, cercando così di sopperire a problemi di fecondazione». L'aumento anomalo riguarda un po' tutti i tipi di pollini presenti in natura, ma l'incidenza sulla salute di chi soffre di allergia varia da pianta a pianta. «Quelli di graminacee (erbe e cereali, ad esempio, ndr) sono i più nocivi, poi ci sono la parietaria, il carpino e la betulla. Il faggio è la pianta che ha raggiunto l'aumento più elevato rispetto al passato, ma non è molto allergenico. Alcune annate si fa persino fatica a trovarlo nell'atmosfera, quest'anno invece non abbiamo avuto nessun problema. Quello che si vede negli ultimi giorni a occhio nudo è invece abete rosso, un polline molto grosso, di dimensioni triple rispetto a un polline normale. Non è allergenico, ma può comunque dare un disturbo alle mucose del corpo umano». Salvadori ci spiega il lavoro che da tempo svolge alla stazione di monitoraggio pollinico. «Da quattordici anni a Villa Welsperg vengono redatti bollettini con frequenza settimanale per valutare le fioriture di stagione e perseguire una funzione medica di prevenzione delle allergie. I pollini presenti in atmosfera vengono catturati, classificati e messi nel database della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige, con cui collaboriamo». Per chi ha problemi di allergia ci sarà ancora da soffrire. «Ora sono cominciate le produzioni delle graminacee, che sono molto allergeniche. Proseguiranno per tutto maggio, poi ci sarà un calo con lo sfalcio dei prati e a luglio ci sarà una nuova ripresa. L'abete rosso proseguirà ancora anche la prossima settimana, seguirà poi la parietaria fino ad arrivare ai primi di ottobre, quando solitamente i pollini giungono ad essere poco presenti nell'aria».

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