Il «botìro» del Primiero sarà brevettato e protetto con la denominazione legale

di Andrea Orsolin

La storia del burro a Primiero - o sarebbe meglio dire del botìro, termine dialettale inserito nella sua denominazione ufficiale - si arricchisce di un nuovo capitolo. 

La normativa riguardante la gestione del marchio «Botiro di Primiero di Malga» è stata in parte modificata, con la Comunità di Valle che si occuperà, come ente terzo, di tutelare questo bene pregiato e motivo di orgoglio per il territorio. La produzione dell’alimento, prezioso fin dal Medioevo per le famiglie di contadini che si sostentavano grazie a pochi animali da allevare, è stata riattivata a partire dal 2008 dal Caseificio di Primiero riprendendo le ricette e le tecniche di una volta.

Inserito nel presidio Slow Food, il Botiro di Primiero di Malga viene realizzato con un latte di elevata qualità, quello dei bovini che nei mesi estivi pascolano ad alta quota nelle malghe del Primiero e del Vanoi, in paesaggi incontaminati dove si cibano di erbe di ottima qualità e bevono acqua purissima di sorgente. I quantitativi prodotti sono necessariamente limitati, tanto che ogni anno il Caseificio non riesce a soddisfare tutte le richieste dei clienti.

La novità recente legata al botìro proviene dal lato normativo. Il recente cambio di legislazione in materia di brevetti ha portato la Comunità di Valle (proprietaria del marchio) a diventarne ente terzo di certificazione: d’ora in avanti sarà l’ente stesso a dichiarare se il botìro è coerente con il rigoroso disciplinare di produzione che detta le regole di ogni passaggio della filiera. Questo passaggio è stato necessario dopo che il 23 marzo scorso il legislatore ha introdotto nell’ordinamento italiano la nuova tipologia di marchio di certificazione. La nuova normativa ha previsto che il marchio collettivo (quello che fino ad ora ha avuto il botìro) rimane tale quando il proprietario compartecipa alla produzione del prodotto, altrimenti (ed è questo il nostro caso, visto che la Comunità non partecipa all’effettiva produzione del burro) bisogna trasformarlo in marchio di certificazione.

La Comunità di Valle sta provvedendo all’invio all’Ufficio brevetti e marchi della richiesta di conversione del marchio da «collettivo» a «di certificazione», disponendo l’approvazione del disciplinare di produzione e della proposta grafica che saranno parte integrante e sostanziale della domanda di conversione, anche se rimarranno sostanzialmente invariati rispetto al passato.

La vera novità è rappresentata allora dal ruolo che acquisisce la Comunità, che diventa ente certificatore del prodotto. Il nuovo regolamento d’uso del marchio, ora più preciso e dettagliato, sarà applicato a tutti i produttori del burro.
Per ora l’unico produttore autorizzato è il Caseificio di Primiero, ma se in futuro altre persone o aziende vorranno realizzarlo dovranno passare dalla Comunità per ottenere il permesso, dimostrando di rispettare il nuovo regolamento.

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