Positività alla don Ziglio di Levico molti i dipendenti in malattia preoccupazione anche per gli ospiti

Una buona parte degli operatori dell’ex centro «Don Ziglio» di Levico Terme sarebbe in malattia, in questi giorni, con sintomi influenzali, febbre e tosse in particolare. Da due giorni si stanno facendo tamponi agli operatori (non ci sono ancora i risultati di tutti) e comunque due persone sarebbero in quarantena a domicilio. Gli altri hanno i classici sintomi dell'influenza. 
E dato che, come è stato anche chiaramente detto dal dottor Antonio Ferro, direttore del Dipartimento Prevenzione dell’Azienda Sanitaria, l’influenza stagionale è ormai passata e questi sintomi sono con tutta probabilità da ricondurre al Covd-19, l’allerta fra gli stessi dipendenti è da giorni molto alta.
Vengono inoltre segnalati anche ospiti con analoghi sintomi, con apprensione ovviamente anche da parte delle loro famiglie.
 
La direzione dell’apsp Levico Curae ha però sempre fornito notizie rassicuranti confermando che la situazione fosse sotto controllo: ecco perché il segretario generale della FP CISL del Trentino, Giuseppe Pallanch, ha spedito martedì una lettera alla presidenza e alla direzione dell’azienda chiedendo un intervento per capire l’eziologia di questi stati febbrili, visto che l’emergenza sanitaria in corso non permette leggerezze e che, soprattutto, difficilmente i sintomi sono riferibili alla normale influenza.
 
La positività al Covid-19 di alcuni tamponi fatti nei giorni scorsi al personale è stata documentata, a testimonianza di quanto sostenuto dal sindacato, che chiede quindi maggior chiarezza sulla situazione interna al centro «Don Ziglio», soprattutto per capire quali iniziative e contromosse verranno messe in campo per tutelare gli ospiti ed il personale in questo periodo di emergenza.
«Non si mette in discussione il lavoro di nessuno -sottolinea Pallanch- e nemmeno si vogliono scatenare polemiche, non è il momento. Però in questo frangente dobbiamo assolutamente tutelare i lavoratori che sono in prima linea, siano essi delle case di riposo o negli ospedali. Se vengono a mancare loro, la nostra prima linea in questo momento, l’emergenza non finirà più perché non ci sarà modo di contenerla».
 
Oltre ovviamente ad auspicare maggior trasparenza da parte dell’azienda nel comunicare la situazione di ospiti e personale, senza scatenare allarmismi ma con la dovuta chiarezza (come avviene peraltro in altre zone del Trentino duramente colpite), in quanto già da parecchi giorni la CISL riceveva segnalazioni in merito, il sindacato ribadisce l’importanza di tutelare il personale sanitario: «Ad ora - prosegue Pallanch - non abbiamo avuto alcuna risposta da parte dell’azienda. Il problema però è generale, non è che ci si vuole accanire su un caso in particolare. I lavoratori del settore sanitario, siano essi in casa di riposo, ospedale o in altri centri, devono essere tutelati, a loro va garantita la maggior sicurezza possibile. Il che vuol dire fare il possibile per dotarli di dispositivi di protezione e sottoporli tutti a tampone». 

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