Levico: caccia a chi getta rifiuti per i lupi

La forestale: «Saremo veramente molto duri»

di Valentina Fruet

Intravisti e filmati nei giorni scorsi alcuni lupi nel territorio di Levico Terme. Non si tratta però questa volta dei soliti avvistamenti in alta quota ma a fare da sfondo alla passeggiata serale dei temuti quanto amati predatori che ormai popolano le montagne della regione sono i territori del fondovalle.

Un branco di lupi, o parte di esso, si aggira infatti da qualche tempo nella destra orografica del fiume Brenta e numerose sono state le segnalazioni da parte dei cittadini residenti nelle frazioni della cittadina termale di Santa Giuliana, Barco, Quaere e della località Lochere di Caldonazzo. Sono molto frequenti a quanto pare gli incontri notturni nei campi silenziosi, nei biotopi e ai piedi delle montagne: parecchi i residenti che hanno avvisato la Guardia forestale del Comune per gli ululati che sembrano sempre più vicini.

Gli spostamenti in fondovalle in questa stagione sono, per questi animali selvatici, «del tutto normali» ha spiegato Gabriele Vettori della stazione Forestale di Levico; «si abbassano alla ricerca della zona di svernamento e, se si muovono in branco, possono percorrere in una notte anche 100 chilometri. Gli ululati che ci sono stati segnalati dai residenti fanno proprio parte di questi spostamenti perché è il loro modo di comunicare».

È da tempo, come ha spiegato il forestale, che si controllano i movimenti dei lupi e la loro presenza in questa zona è con ogni probabilità collegata alla presenza del muflone, una delle loro prede, che sverna da sempre proprio in quei luoghi. Su quale sia il branco oggetto delle recenti riprese e da quanti esemplari sia composto, «non può esserci certezza: si potrebbe trattare del branco di 6 esemplari che si aggira in questo territorio, ma bisogna tener conto del fatto che i lupi hanno confini territoriali molto vasti che spaziano dai 20 ai 25 mila ettari e coprono quindi non solo Levico ma anche i Comuni limitrofi».

È necessario però agire subito per formare la popolazione alla convivenza con questi animali; si è interfacciato con il dirigente generale del Servizio foreste e fauna della Provincia di Trento e gli esperti in materia, nonché con i custodi forestali, il sindaco di Levico Gianni Beretta per poter rassicurare i cittadini sul fatto che non ci sia un pericolo diretto per l’uomo.

«Stiamo organizzando - ha precisato il sindaco - e proporremo il prima possibile, una serata per la cittadinanza affinché si evitino comportamenti scorretti o che potrebbero mettere in pericolo i nostri animali domestici». Molti e delle più svariate tipologie infatti potrebbero essere gli errori che i residenti commettono, magari anche inavvertitamente; non sono passate inosservate ai custodi forestali le frattaglie che sono state rinvenute nei giorni scorsi nel fondovalle e le cui immagini sono state rese pubbliche sulla pagina Facebook «Sei di Levico se...».

«Si tratta» ha detto Vettori «di vero e proprio inquinamento, di rifiuti e immondizie» che non hanno ragion d’essere all’interno di un territorio pulito e curato. Non è la prima volta, a quanto pare, che questo accade e «su questo saremo veramente molto duri e porteremo avanti un’indagine, verificando chi c’è dietro a questi abbandoni e cercando di risalire al motivo per cui vengono fatti. I cittadini» ha spiegato «potrebbero anche essere in buona fede e pensare di liberarsi di residui di macelleria per nutrire animali selvatici, come ad esempio le volpi, ma questo non va mai fatto in nessun caso. Oltre ad essere punibile per legge è sempre preferibile non condizionare gli animali selvatici: le mangiatoie assolutamente non sono né da proporre né pensabili perché non fanno altro che invogliare gli animali a raggiungere determinati luoghi».
Tra gli altri provvedimenti nelle zone interessate sono già attive da settimane delle fototrappole che monitorano la situazione.

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