L'antico cippo di Marcesina è tornato al suo posto in copia L'esperto: «Tutto sbagliato»

La copia dell’antico cippo confinario fra Impero Austro-Ungarico e Repubblica di Venezia, sull’altopiano di Marcesina fra Grigno e Enego, è stata installata con una solenne cerimonia poche settimane fa. Ma fioccano già le critiche.

A dare fuoco alle polveri è Tarcisio Bellò, guida alpina, profondo conoscitore del territorio di Asiago e della Valbrenta. Che parla apertamente di «dispetto alla Storia».

Spiega Bellò: «La posa del cippo 10K ha coinvolto le amministrazioni locali di Enego e Grigno, l’Unione Montana Spettabile Reggenza Sette Comuni, autorità e personalità della provincia di Trento (ex impero austriaco) e anche personalità Venete. Quelle Venete a che titolo?… perché nel manifesto esposto non sono presenti i loghi né della provincia di Vicenza e tantomeno del Veneto… semplice dimenticanza?
Inoltre dal recupero del manufatto sono stati esclusi appassionati, autori di libri e realtà associative che da molti anni si occupano di confinazioni, anche in epoca di silenzio assoluto sia degli appassionati di storia che delle Amministrazioni confinanti».

Poi la spietata analisi, o se volete dirlo in inglese, il «fact checking» dell’esperto:

«1) Il cippo 10K è stato copiato malissimo da un modello sbagliato e una epigrafia eseguita malamente a pantografo che nemmeno lontanamente richiama qualche somiglianza con l’originale. La copia del cippo K10 è inguardabile ed errata anche perché ricopia malamente il modello dei cippi intermedi mentre invece sarebbe un cippo principale.

2) La qualità della pietra, non ha nessuna attinenza. E’ stato utilizzato marmo bianco invece del biancone dell’Altopiano come per i cippi antichi in loco. E mi risulta che l’Associazione “Dalla Brenta all’Ortigara” si era offerta di pagare con soldi propri l’esecuzione a mano del cippo 10K su pietra biancone in forma uguale a quella originale per un preventivo 1880 euro. Per quale motivo questa collaborazione è stata esclusa? Dovrebbe essere data qualche spiegazione…

3) Il cippo k10 è posizionato sbagliato! La posizione attuale implica una direzione diversa da quella originale, cioè non più SSE-NNO (sud sud est-nord nord ovest). Il cippo è detto cardinale perché fungeva da angolo e nel 1605 i commissari posizionati lì hanno fatto accendere un fuoco sul cippo 1A dell’Anepoz per calcolare i gradi di declinazione in modo da segnare e tenere senza errore la linea di confine. Provateci ora a capire la direzione da tenere…

4) Il cippo 10 K originale è uno dei 5 cippi principali assieme a Y22, DO27, FF29 e quello a Pianello in riva alla Brenta. Il cippo 10K quindi doveva avere un incavo larga tutta la superficie del cippo che doveva ospitare la formella veneta e austriaca sulle facce opposte. Una formella veneta originale si trova a Enego. Le copie delle formelle… veneta e trentina… dovevano essere eseguite con fondi regionali… ma escludendo l’Associazione dalla Brenta all’Ortigara questa possibilità è sfumata.

5) Sono rimasto sconcertato che nessuno degli Amministratori presenti si sia accorto di tutti questi errori storici, in particolare Franco Gioppi, autore del libro sul cippo K10, che ha partecipato ai lavori. Va detto anche che il disegno dei cippi, in copertina al suo libro dagli atti dei confini... per qualche motivo da approfondire a Marcesina ha assunto una forma diversa.

6) Sconcertante e insensato anche l’uso della lingua tedesca sul pannello esposto in loco… tutti gli atti confinari della Seconda Sentenza Roveretana erano scritti in lingua italiana dell’epoca che era parlata in gran parte anche nel principato vescovile di Trento non solo in Veneto. Cosa c’entrino qui le rivendicazioni tirolesi proprio non lo capisco.

7) Le motivazioni del perché il cippo sia stato trasportato a Venezia nel 1918, dove si trova tutt’ora l’originale, andavano spiegate sul pannello illustrativo senza denigrare gli arditi che in questo modo intendevano ricordare i compagni persi durante la guerra. Quei soldati erano comunque lì per difendere i confini. Tutta l’operazione sembra una celebrazione tirolese, un’azione antistorica con il beneplacito e tacito consenso delle autorità venete e questo non può non dare fastidio.

Scusate meglio il nulla che la mistificazione… i commissari addetti alle verifiche confinarie si rivolteranno nelle tombe… se fossero vivi prenderebbero a mazzate questa brutta copia del cippo K10. E’ tutto da rifare».

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