Strada chiusa, malga "isolata" È scontro tra Comuni

di Andrea Tomasi

Una strada forestale lunga tre chilometri, due sul territorio del Comune di Levico Terme e uno (l’ultimo) sul territorio di Novaledo; in cima alla strada un agritur (Malga Masi) di proprietà del Comune di Novaledo, dato in gestione ad un privato; un’ordinanza (dell’amministrazione di Levico) che vieta il transito e un custode forestale che vieta il passaggio.

Sono questi gli ingredienti di uno scontro economico-amministrativo che sta facendo discutere non poco in Valsugana. Il sindaco di Novaledo Diego Margon e l’assessore alle foreste Barbara Cestele hanno scritto una lettera all’amministrazione levicense, oltre che alla Provincia di Trento, per chiedere di trovare una soluzione. L’ordinanza che vieta il passaggio sulla strada forestale - dicono - aveva un senso subito dopo che il territorio era stato colpito dalla tempesta di Vaia nell’ottobre 2018, ma non ora. Adesso - sostengono - si potrebbe passare in sicurezza. E questo risolverebbe i problemi del gestore di Malga Masi, visto che il divieto costringe escursionisti locali e stranieri e fare retromarcia. Insomma, la clientela è calata in maniera vertiginosa.
Margon chiede che l’ordinanza venga ritirata, perché altrimenti - restando in vigore per tre anni - rischierebbe di causare un danno economico, «oltre che intralciare chi deve salire per ragioni tecnico operative». Insomma, si è di fronte a un piccolo incidente diplomatico tra le due amministrazioni comunali, con il custode forestale «accusato» di essere troppo rigido, in quanto - documento ufficiale alla mano - questi manda indietro chi vorrebbe utilizzare la strada per arrivare fino all’agritur.

Formalmente il suo comportamento appare ineccepibile, poiché la «carta» del Comune di Levico parla chiaro. Da Novaledo però si chiede elasticità, individuando soluzioni alternative, come ad esempio il senso unico alternato, per garantire un accesso agevole mentre si fanno gli eventuali interventi di ripristino. «Potrebbe essere una via - commenta il primo cittadino Margon - tanto più che questa applicazione puntuale del divieto ci risulta in essere solo da poche settimane». È impensabile ed eccessivo - si legge nella lettera - che «una strada forestale possa rimanere chiusa tre anni consecutivi».

E ancora: «Dato che nei mesi di agosto e fino a metà settembre è alta stagione, si richiede di motivare a che titolo il custode forestale (...), senza avvisare lo scrivente Comune e la Stazione forestale di Levico Terme, abbia vietato ai censiti e a tutti coloro che avevano intenzione di raggiungere la Malga Masi e i territori di Novaledo, ai quali è stato fatto un regolare permesso di transito da sindaco e vicesindaco di Novaledo».

La battaglia si gioca quindi a suon di carte bollate. «Si chiede inoltre di motivare la ragione per la quale viene bloccata l’unica strada di accesso all’esercizio di Malga Masi a Novaledo (causando di conseguenza un danno economico e di immagine considerevole all’attività agrituristica e a tutto il comparto turistico locale) e perché solo ora dato che tale ordinanza non parla di lavori in corso o manutenzione».

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