Al pronto soccorso insulti alla dottoressa di colore Grave episodio razzista in ospedale a Borgo

di Luigi Oss Papot

Ieri mattina, al pronto soccorso dell’ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana, con una decina di persone presenti in sala d’attesa, si è consumato un brutto episodio di razzismo contro una dottoressa della medicina d’urgenza del nosocomio valsuganotto: una professionista giovane, la cui unica colpa è quella di avere la pelle nera perché proveniente dal Camerun, anche se laureata in Veneto e operante poi nel Triveneto da qualche anno.

Alla scena hanno assistito quanti erano seduti in sala d’attesa, sia parenti di persone prese in carico al pronto soccorso, sia alcuni degenti che aspettavano ulteriori approfondimenti o analisi.
Erano circa le 9,30 quando una signora di mezza età, uscendo dall’ambulatorio nel quale operava la dottoressa di colore, ha iniziato a parlare ad alta voce con il chiaro intento di farsi sentire da tutti i presenti (l’atrio d’attesa del pronto soccorso di Borgo non è enorme) e, rivolgendosi al marito, si è detta «scioccata e inorridita per la presenza di una negra in ambulatorio, che mi ha prescritto solo un farmaco e che non è neanche capace di parlare e scrivere in italiano».


Non contenta di aver esternato questi suoi pensieri in sala d’aspetto, la signora ha continuato ad esprimere questa sua «incredulità» a voce alta mentre usciva dall’ospedale e anche fuori, nel parcheggio, sempre facendosi sentire dagli astanti all’interno, visto che l’ingresso era aperto e si affaccia proprio sui posti auto esterni dell’ospedale.

Fra l’incredulità e la disapprovazione di quanti hanno assistito alla scena, è scesa poi un’atmosfera di grande tristezza: anche perché i successivi pazienti della dottoressa non hanno in alcun modo avuto da ridire sul suo comportamento o sulla sua professionalità.

Il direttore sanitario dell’ospedale San Lorenzo, Pierantonio Scappini, da noi interpellato per un commento su questo spiacevole fatto, è deciso nel condannare il comportamento della signora: «Piena solidarietà alla dottoressa - ci dice - e ferma condanna di quanto accaduto. Non è accettabile, rimango stupito dal fatto che episodi del genere possano ancora accadere. La professionalità e la correttezza dell’operato non si misurano in base al colore della pelle. Se ci fosse stato un errore, superficialità o mancanze sarebbe un conto, ma sono appunto questioni che nulla hanno a che fare con la provenienza del professionista».

Il dottor Scappini ipotizza anche un motivo che può aver scatenato quella ridda di epiteti indegni nei confronti della dottoressa: «Se come raccontato la signora se l’era presa perché le era stato prescritto solo un farmaco, è possibile che il medico le avesse fatto presente che era sufficiente rivolgersi al medico di medicina generale. Abbiamo anche un compito educativo nei confronti delle persone, per evitare che per qualsiasi cosa si rivolgano al pronto soccorso».

«Il razzismo è l’espressione del cervello umano ridotta ai minimi termini»: in questa perifrasi di Rigoberta Menchù, pacifista guatemalteca e Premio Nobel per la Pace nel 1992, è concentrata l’essenza di un fatto deprecabile come appunto il disprezzo verso un’altra persona per il solo fatto di avere un diverso colore della pelle, o provenire da un altro Paese.
Un atteggiamento che, tuttavia, sta diventando sempre più frequentemente tollerato, va sottolineato, anche a causa di un clima di forte tensione sociale, alimentato anche dall’universo politico che, un po’ ovunque a livello mondiale, ultimamente è sempre in cerca del «diverso» contro cui puntare il dito.
Un clima che, evidentemente, fa sentire alcune persone autorizzate ad emulare questi comportamenti che poi altro non fanno che impoverire solamente noi stessi e la nostra civiltà, che vanta ben altra storia di tolleranza e mescolanza: basti pensare alle migrazioni millenarie, che hanno mescolato e arricchito le culture.

Solidarietà dell'assessora Segnana alla dottoressa.

Sull'episodio razzista sollevato oggi dall'Adige è intervenuta questo pomeriggio l'assessora provinciale alla salute, la leghista Stefania Segnana, che ha commentato: «Rispetto e buona educazione sono le prime regole da osservare e far rispettare. A maggior ragione se stiamo ragionando di settori delicati come quello sanitario».

«Come cittadina e, al tempo stesso, come rappresentante dell’amministrazione provinciale - continua l’assessore - desidero ringraziare i medici che quotidianamente operano negli ospedali della provincia - dalle valli alla città – ed esprimere la mia personale solidarietà alla dottoressa. Non è la prima volta che i camici bianchi che prestano un servizio prezioso per l’intera comunità trentina vengono aggrediti verbalmente o, peggio, fisicamente. In questo caso si sarebbero inoltre verificate affermazioni a sfondo razzista che come giunta provinciale respingiamo categoricamente. A tutti i medici dobbiamo garantire le condizioni per poter svolgere il proprio lavoro in sicurezza. Sono le sentinelle della nostra sanità e garantiscono il benessere dei trentini anche nei territori più lontani dal centro. Dobbiamo andarne orgogliosi». 

Il Partito democratico attacca l'assessora e la Lega

Il consigliere provinciale del Pd, Luca Zeni, replica alle parole dell'assessora della Lega, Stefania Segnana: «Fanno soltanto arrabbiare le parole di chi dovrebbe rappresentare le istituzioni e che invita, commentando gli insulti razzisti alla dottoressa trentina, “all’educazione e al rispetto”: ma stiamo scherzando? Questi gravissimi episodi trovano il loro fertilizzante nella cultura dell’individualismo esasperato, nella politica che cerca sempre un nemico per compattare il gruppo di riferimento e ottenere consenso, e non sono certo riducibili a scortesia! Invece di minimizzare, la Lega Salvini Trentino riveda le sue posizioni e inizi a parlare alla comunità trentina e non a alimentarne le divisioni».

Giorgio Tonini, capogruppo del Pd in consiglio provinciale aggiunge: «Davanti all’ennesima testimonianza del preoccupante diffondersi del razzismo anche fra le valli del Trentino, a seguito del vergognoso episodio che ha visto un’utente del Servizio Sanitario provinciale insultare una dottoressa dell’Ospedale civile di Borgo Valsugana a causa del differente colore della pelle, il Gruppo consiliare provinciale del Partito Democratico, nell’esprimere piena, convinta e totale solidarietà alla professionista coinvolta suo malgrado in questo increscioso avvenimento, stigmatizza ancora una volta il perdurare di linguaggi e comportamenti pubblici di certa politica ed anche di talune Rappresentanze istituzionali che animano e fomentano la frattura sociale ed alimentano quelle culture del razzismo che costituiscono una minaccia quotidiana alla tenuta sociale di questa terra. Tutto questo fa il paio con certi contenuti del Decreto Sicurezza appena approvato dal Senato della Repubblica, come quelli che rendono reato una tradizione antichissima di civiltà come il salvataggio in mare dei naufraghi, chiunque essi siano».

Il consigliere provinciale Pd ed ex assessore Alessandro Olivi, rincara la dose: «L’intervento dell’assessore Segnana sull’episodio razzista all’ospedale di Borgo è manifestazione di grave sottovalutazione politica e culturale del rischio di deriva razzista anche nella nostra comunità. Diritti, assessore Segnana, sono diritti! L’uguaglianza dei cittadini a prescindere dalla loro razza, colore della pelle e opinioni è un diritto come è un dovere di chi rappresenta le Istituzioni difenderlo. E questa difesa intransigente va fatta a prescindere dal ruolo sociale e dalla professione di chi ne subisce l’aggressione. Il razzismo non è maleducazione assessore Segnana: è razzismo e basta!»

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