L'impiantista Valeria Ghezzi e il concerto di Moroder: dura replica alla Sat

Valeria Ghezzi, titolare degli impianti di San Martino diCastrozza ed anche presidente nazionale degli inprenditori impianti a fune (Anef) interviene sulle polemiche legate al concerto di Giorgio Moroder, domenica sull’Alpe Tognola. In particolare, Valeria Ghezzi replica alle accuse contenute nel documento della Comissione Tam (Tutela Ambiente Montano) della Sat. E lo fa pezzo per pezzo.

«Mi sento in dovere di segnalare alcune inesattezze (le più significative) che sono state pubblicate nei giorni scorsi (22-24 marzo) dal giornale in relazione al concerto di Giorgio Moroder che si terrà il prossimo 7 aprile all’Alpe Tognola. Scrivo quindi non tanto e non solo come Presidente Anef, ma soprattutto come gestore dell’area sciabile Alpe Tognola», scrive Ghezzi: «Le parole della Tam vengono definite poche ma importanti. Vediamole “…mettiamolo all’interno di un’area protetta (senza nemmeno chiederlo ai padroni di casa)”. Mi pare ci sia un po’ di (voluta?) confusione. L’area protetta di cui trattasi, è in realtà un’area definita dal PUP area sciabile, sita sì all’interno del Parco. Ma l’area è vocata al turismo invernale ed estivo e nei giorni di punta salgono fino a 8000 persone. Per Moroder se ne attendono non più di 2-3000. Perché senza chiedere ai padroni di casa? Il padrone di casa, proprietario del territorio è il Comune di Primiero San Martino di Castrozza. Il titolare della gestione del territorio è Funivie Seggiovie San Martino spa, rappresentata dalla scrivente, titolare di un contratto di concessione per l’utilizzo dei terreni. Assicuro che da entrambi c’è il consenso esplicito e financo scritto».


Poi continua Ghezzi: «”Diamo inizio alle danze in un periodo decisamente delicato per quell’area protetta, facciamo venire un po’ di gente”. A leggere questa frase verrebbe da pensare che d’ora in poi la nostra area sciabile dovrà chiudere i battenti (cioè gli impianti) a fine marzo. E di conseguenza licenziare il personale con tutte le conseguenze socio-economiche relative. La preoccupazione non è remota se questa posizione venisse alla fine considerata condivisibile perché scientificamente supportata (come il Parco vorrebbe far credere). A quanto ci risulta invece il periodo “delicato” non ha mai coinciso con la stagione sciistica che può continuare fino al 20-25 aprile. Il periodo delicato inizia semmai a maggio… il far venire un po’ di gente è la mission di ogni area sciistica, deputata a garantire il sistema turistico economico, innanzitutto invernale, nelle valli trentine».

Poi: «La Tam scrive “Mettiamo che quelli del Parco Naturale (che ne sanno perché è il loro lavoro) dicano che non va bene; mettiamo che tutti quelli che non se ne intendono (perché evidentemente saranno bravi in altri lavori) sostengono che invece va benissimo”. Quelli del Parco ne sanno perché è il loro lavoro... Noi impiantisti non pretendiamo di saperne altrettanto. Però conosciamo le norme e prima di avviare il processo organizzativo, il promotore del concerto (non Tognola) haincaricato un professionista (tecnico abilitato, quindi “che se ne intende” e, per inciso, Presidente della SAT di Primiero) per la redazione della valutazione di incidenza. Tale valutazione ha dato esito “non significativo” in base ai criteri stabiliti dalla procedura europea. Di questo non si parla, né è stato avviato un costruttivo confronto per trovare un punto di incontro (non mi pare si possa definire tale la richiesta di spostare il concerto in paese fuori dal Parco)».

La Tam scriveva: «Mettiamoci anche un po’ di quelli che si riempiono la bocca di “ambientalmente sostenibile” dove non è chiaro il “sostenibile per chi..?”». Per Valeria Ghezzi e l’Anef «Senza alcun intento polemico, ci preme ricordare che la sostenibilità, soprattutto in presenza di aree che il PUP definisce “aree sciabili” deve integrare i concetti di sostenibilità ambientale ma anche socio economica. Da gestore dell’area sciabile ed a prescindere dal concerto, l’atteggiamento negativo “aprioristico” e privo di un fondamento tecnico-scientifico mi preoccupa. La gestione di un’area sciabile oggi è complessa e mantenere l’equilibrio economico-finanziario (che a sua volta garantisce i posti di lavoro) non è sempre facile. A San Martino di Castrozza che sta faticosamente tentando di riprendersi da una crisi gravissima, è ancora più difficile. La convivenza tra sci ed area protetta non è impossibile ed anzi potrebbe essere, nel giusto modo, un valore aggiunto per entrambi. Però serve chiarezza delle regole, certezza dei diritti e trasparenza. Che qui a mio modesto avviso sono mancate».

Allo stesso modo, «se la musica in un’area dove fino a metà aprile normalmente si vive di sci è un problema così grave, mi domando come mai invece i concerti dei “Suoni delle Dolomiti” si possano fare in aree classificate come riserva integrale, senza alcuna struttura per gestire folle di oltre 1500 persone, rifiuti, servizi igienici ecc.? Anche qui mi viene da richiamare la chiarezza delle regole: non sono mai accettabili 2 pesi e 2 misure».

La preoccupazione - conclude Ghezzi - «non è Moroder… ma è il futuro dell’area sciabile».

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