A Ospedaletto coronato il sogno d'amore nato in Nigeria di Happy e Augustina

Una storia d’amore. Ma anche di integrazione. Protagonisti due giovani rifugiati.
Happy Ogbeny e Augustina Asieme si sono conosciuti in Nigeria. Tutti e due sono nati e vissuti nella città di Agbor, nello stato di Delta. Il tempo di conoscersi e di innamorarsi. Poi, il destino li ha divisi. Un destino che li ha portati, come molti ragazzi africani, lontano dalle loro terre. Su un barcone hanno raggiunto l’Italia. Ma, nel loro caso, sono rimasti lontano l’uno dall’altro solo per un breve periodo. 
 
Una storia d’amore che, come nelle favole, ha avuto un lieto fine. Sabato mattina, infatti, nel municipio a Ospedaletto Happy e Augustina si sono uniti in matrimonio. Davanti al sindaco Ruggero Felicetti si sono giurati amore per sempre. 
Dall’Africa se ne sono andati e, come rifugiati, hanno deciso di rifarsi una vita in Europa. Happy Ogbeny ha 32 anni, Augustina Asieme è di quattro anni più giovane. In Italia sono arrivati quattro anni fa. Era l’ottobre del 2014. L’attraversata l’hanno fatta insieme. Poi Happy è arrivato in Trentino, nel campo profughi di Marco. La sua Asieme, invece, è finita ad Ancona. Nessuno dei due, però, si era dimenticato dell’altra metà del proprio cielo.
 
«Per alcuni mesi, assieme a tanti altri ragazzi, abbiamo vissuto a Volano - ci racconta Happy - per poi, nell’ambito del progetto di inserimento lavorativo, arrivare in Valsugana». Qui, come diversi altri, Happy e l’amico Paul hanno subito trovato a casa. Prima a Borgo, poi nel piccolo comune di Ospedaletto. In Valsugana sono entrati in contatto con l’associazione Mondinsieme e i tanti volontari che operano sul territorio. Tra loro anche Bruno Pecoraro che, assieme a Paul Okonsour, è stato chiamato a fare il testimone di nozze. 
 
In Trentino Happy si rifà una vita ma non dimentica la sua Augustina. I due giovani restano sempre in contatto e, dopo diverse peripezie, riescono a ritrovarsi. «Non è stato facile - ci confessa Bruno Pecoraro - anche perché la ragazza, nel frattempo, aveva perso i suoi documenti. Una volta arrivata in Valsugana però, tutto si è risolto». 
Da quasi tre anni Happy Ogbeny lavora come falegname alla Nami Porte, una azienda con sede a Ospedaletto, nella zona artigianale. «Nei primi tempi abitavo a Borgo e con Paul, ogni giorno, venivamo a lavorare in bicicletta a Ospedaletto. Poi ho trovato un appartamento in paese e ora ci vivo con Asieme». Alla Nami Porte lavorano diversi ragazzi, tutti rifugiati. Alla cerimonia c’erano tutti in municipio. 
 
Una bella giornata di festa con il primo cittadino a fare gli onori di casa. Una cerimonia semplice, bene organizzata dalle famiglie e dagli amici grazie alla collaborazione dei volontari dell’associazione di Castel Ivano, un’associazione culturale che già da tempo si occupa di dare sostegno alle persone straniere; il suo scopo principale è quello di accompagnarle nel loro percorso di integrazione nella comunità locale, creando una rete di supporto sul territorio. Con gli sposi e i testimoni anche Valerio Stenico nelle vesti di interprete e traduttore, dall’italiano all’inglese. Un matrimonio che ha animato la piccola comunità e che ha richiamato in paese diversi amici e conoscenti della coppia, tutti appartenenti alla chiesa evangelica di Rovereto. 
 
«Qui in Valsugana ci troviamo bene - ci raccontano - e ora finalmente siamo riusciti a coronare il nostro sogno». Happy lavora, Augustina fa la casalinga. Aspettano anche un figlio. La sposa, infatti, è al settimo mese di gravidanza e tra pochi mesi nascerà il loro primogenito. 
Dopo lo scambio degli anelli e il rituale bacio, la giovane coppia ha voluto condividere questa bella giornata con tutti i presenti. Foto e video per poi concludere la festa con un pranzo alla sala incontri del centro sportivo comunale.

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