A Caldonazzo i residenti di via Damiano Chiesa chiedono al Comune due dossi rallentatori

Densamente abitata, lunga oltre mezzo chilometro, a doppio senso di marcia, praticamente priva di marciapiedi (presenti solo per 50 metri), di attraversamenti pedonali e di dossi rallentatori.
È la carta d’identità di via Damiano Chiesa a Caldonazzo, una delle strade più utilizzate da chi esce dal centro del paese, soprattutto la mattina, e si immette sulla strada provinciale 1 per recarsi al lavoro. Una via dove calcare il piede sull’acceleratore viene quasi naturale, vista la continuità del tracciato disseminato sì di uscite private ma, come detto, scevro da qualunque ostacolo.
Ed è proprio per queste sue caratteristiche, per i pericoli insiti in una via dove le mamme che accompagnano i bimbi a scuola sono costrette a camminare sulla carreggiata, che il 25 settembre 2016 una settantina di residenti hanno firmato una lettera indirizzata al Comune. Oggetto: «richiesta».
Di cosa? Di «due dossi rallentatori non rimovibili, da collocare lungo via Damiano Chiesa (uno all’altezza dell’imbocco con via Verdi e l’altro più avanti», verso l’uscita sulla Sp1), considerata l’elevata velocità con cui procedono spesso le auto lungo questa strada e la presenza di residenti frontisti, le cui abitazioni o cancelli sono posti direttamente su questa via, con il conseguente pericolo di essere investiti quando si esce di casa (soprattutto i bambini e anziani)». Nella richiesta, i firmatari facevano poi presente che «negli scorsi anni, almeno nel periodo estivo, veniva installato un dosso rallentatore rimovibili all’altezza del parcheggio». Dosso che, dopo l’estate 2015, non è stato più posizionato. 
I proponenti si aspettavano una risposta in tempi rapidi e invece hanno dovuto attendere un anno, fino al 29 settembre 2017, per ottenerla. Dopo aver valutato «attentamente» la richiesta, il sindaco Giorgio Schmidt ha dapprima spiegato perché i dossi rimovibili non vengono più collocati («non sono adatti a resistere durante il periodo invernale», hanno dato «scarsi risultati in termini di rallentamento del traffico», sono dispendiosi «per le operazioni di montaggio e smontaggio») poi ha risposto: «La richiesta di dossi non rimovibili si riferisce probabilmente agli attraversamenti pedonali a raso <+corsivo>(in realtà rialzati, ndr) <+testo>che consentono l’attraversamento in sicurezza dei pedoni da una parte all’altra della carreggiata in prossimità di incroci o per il collegamento di marciapiedi da un lato all’altro della sede stradale, come in via Roma. Tali manufatti fungono anche da rallentatori di velocità», ma «tale intervento non è realizzabile in via Damiano Chiesa, poiché le caratteristiche della via non lo consentono». Su quali siano queste caratteristiche, il sindaco non ha però speso una parola. 
Ma i firmatari non si arrendono e, rivolgendosi all’Adige, ora fanno notare che se il problema è che su via Chiesa non ci sono marciapiedi, né una corsia riservata ai pedoni su cui «appoggiare» gli attraversamenti pedonali, non si capisce come mai in via Spiazzi siano stati realizzati invece due attraversamenti pedonali rialzati, tra il marciapiede posto sul lato destro a salire e... un muro.
E chiedono nuovamente al Comune di intervenire, prima che si verifichi qualche grave incidente. Dopo le richieste del Comitato per la centrale via Roma, insomma, c’è un altro nodo viabilità da risolvere.

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