Borgo, per l'acciaieria ripartenza vicina Sindacati positivi, comitato salute furioso

Il Tribunale conferma la vittoria di Acciaierie Venete, grande azienda siderurgica di Padova, che avrà in affitto per un anno gli stabilimenti dell'acciaieria di Borgo Valsugana e Odolo (Brescia). In Trentino secondo l'intesa con i sindacati il nuovo soggetto imprenditoriale garantirà la continuità occupazionale, con l'affitto del ramo d'azienda,resteranno dunque 102 le persone occupate a Borgo.

Dopo un anno di affitto dovrà tenersi una nuova gara per l'acquisto deli'mpianto e Acciaierie Venete potrà godere del diritto di prelazione.

Per quanto riguarda il fronte assai delicato dell'inquinamento ambientale, in passato già al centro delle inchieste giudiziarie, la Cgil trentina fa sapere con soddisfazione che Acciaierie Venete «ha dato disponibilità a confrontarsi e a migliorare la situazione attuale». Alcune misure, in proposito, spiega ancora la Cgil, sono previste dal decreto del Tribunale.

Nel complesso, in questa fase, per la newco Borgo Valsugana Steel l'impresa veneta impiegherà 20 milioni di euro per gli acquisti di materia prima da lavorare e per spese correnti, 5 milioni per sistemare gli impianti.

Positivo anche il commento della Cisl trentina: «Il piano industriale sembra buono, molto realistico, con un primo anno di riassetto, ma già dal secondo sono previste nuove assunzioni».

Il piano di rilancio industriale del cotnestato sito siderurgico nella cittadina della bassa Valsugana delude le aspettative di chi da anni si batte per una conversione industriale con la definitiva archiviazione dell'impatto delle emissioni sull'ambiente e sulla salute. Laura Zanetti, del Comitato 26 gennaio, che da sempre si batte per la difesa di territorio e salute in Valsugana è stata critica verso la politica provinciale e comunale e nei riguardi degli industriali dell'acciaio: «È un quadro desolante. Eppure dopo 8 mesi di chiusura obbligata per immissioni di "aereosol al mercurio", che segnano la presenza costante del C26G nelle piazze per informare e raccogliere le Procure per la denuncia di disastro ambientale, le frasi ricorrenti raccolte ai gazebo erano : "È il primo anno che non soffro più di problemi respiratori"; "Finalmente è ritornata l'aria sana e leggera nella nostra Valsugana"; "Perché nei preamboli finanziari i danni morali ed economici dovuti ad una malattia tumorale o degenerativa non sono considerati"?

Il diritto al lavoro del centinaio di operai non regge più - scrive ancora Zanetti - dal momento che il sindaco Dalledonne ai tempi aveva più di una proposta interessante per riconvertire economicamente l'area (proposte che mi fece vedere in un colloquio dopo la sua vittoria nella sua prima amministrazione). Quel che regge è la potenza della lobby economica dell'acciaio che specula vivendo sulle deroghe, da sempre. È clamoroso che l'Appa  di Trento, paradossalmente l'Agenzia a protezione dell 'Ambiente, dopo il lungo e costoso processo - derivante dall'inchiesta "Fumo negli Occhi", uno dei filoni dell'inchiesta madre "Tridentum" promossa dalla pm Alessandra Liverani (Procura di Trento) con il Corpo forestale dello Stato - riconceda allo stabilimento, quelle stesse deroghe per cui l'azienda era andata a processo».

A quanto pare, dunque, la tensione sociale attorno all'impianto di Borgo è destinata nuovamente a salire di pari passo con le preoccupazioni per la salute.

 

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