Caldonazzo, un'altra area finisce sotto sequestro

di Giorgia Cardini

Non c’è il due senza il tre. Proverbio rispettato e agenti del Nucleo operativo specialistico forestale della Provincia e della Stazione forestale di Levico nuovamente al lavoro, ieri mattina, in un terreno a valle del centro ippico EquiPaoli.
 
Tre mesi fa, nella stessa area in località Lochere, la Forestale era intervenuta mettendo sotto sequestro tre particelle (due a monte del maneggio e una vicina alla stalla) di proprietà del Comune, ma da anni in concessione alla famiglia Paoli. 
 
Gli agenti avevano diretto un escavatore in alcuni punti precisi, da cui erano stati estratti rifiuti speciali di ogni tipo: una bombola di gas da parecchi litri, taniche di erbicidi, bottiglie di olii minerali usati nel settore meccanico, flaconi di plastica contenenti sostanze di diverso tipo, rottami ferrosi, grossi frammenti di cemento e ferro provenienti da demolizioni, grandi pezzi di plastica e altro. Rifiuti che poi non si sono rivelati pericolosi, ma che certamente non dovevano essere lì e che dovrebbero essere rimossi in fretta e smaltiti nelle discariche autorizzate.
 
Ieri, l’operazione condotta è stata simile a quella precedente, che aveva preso le mosse da un altro sequestro avvenuto un anno prima, sempre nella stessa zona. Anche ieri, la Forestale sapeva esattamente dove cercare: a valle del centro ippico, stavolta su un terreno privato, è stato scavato un buco di circa 5 metri di diametro. Ma, a differenza di quanto avvenuto in gennaio, il mezzo usato ha dovuto andare parecchio in profondità prima di riuscire a estrarre qualcosa.
 
Ad affiorare, alla fine, sono stati pezzi di cemento, ferro, polistirolo, plastica: rifiuti provenienti da demolizioni, molto probabilmente. Per capire se ci sia dell’altro, bisognerà scavare di più. Inevitabile un nuovo provvedimento di sequestro del terreno e la stesura dei nastri di plastica bianchi e rossi oltre i quali è vietato spingersi. 
 
L’indagine sui depositi abusivi di materiale scoperti alle Lochere è coordinata dalla pm Maria Colpani e si basa in gran parte sulle dichiarazioni di un testimone degli interramenti.

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