Acciaieria Valsugana Leali Steel al fallimento

Leali Steel e l’Acciaieria Valsugana marciano a passi veloci verso il fallimento. Il Tribunale di Trento ha dichiarato l’improcedibilità della domanda di concordato preventivo presentata a dicembre dall’azienda del gruppo multinazionale Klesch a cui fanno capo gli stabilimenti di Borgo e Odolo (Brescia).

Il collegio presieduto da Monica Attanasio ha riscontrato diverse irregolarità nel comportamento di Leali Steel, ne sottolinea lo stato di insolvenza ed ha quindi inviato gli atti alla Procura della Repubblica perché avanzi l’istanza di fallimento, che arriverà a breve e potrebbe non essere la sola.

Il provvedimento del Tribunale che boccia il concordato sottolinea gli atti straordinari compiuti senza autorizzazione e le carenze informative di Leali Steel nei confronti degli organi della procedura, il commissario giudiziale Pasquale Mazza e lo stesso Tribunale.

Gli argomenti difensivi dell’azienda non hanno convinto. Anzi, in qualche caso sono stati controproducenti. Nel mirino dei giudici ci sono, in particolare, l’esclusiva per la «due diligence» (analisi dei dati) della vendita data in una prima fase alla sola azienda bresciana Ori Martin e la nomina del nuovo direttore di stabilimento di Borgo Valsugana.

Carenze informative sono rilevate poi su vari atti e documenti, compreso l’invio dell’estratto conto delle spese della procedura. Proprio in questi casi i documenti inviati in ritardo dall’azienda si sono rivelati fonte di nuovi dubbi e rilievi. In pratica il Tribunale contesta a Leali Steel di aver fatto pagamenti fuori controllo. Tutto questo in presenza di un evidente stato di insolvenza, con una montagna di debiti che supera i 100 milioni di euro.

A questo punto la palla passa alla Procura, che dovrebbe presentare a breve istanza di fallimento. Potrebbero però presentarla anche alcuni dei creditori (ricordiamo che un fornitore di Leali Steel aveva ottenuto il pignoramento dei conti correnti bancari).

Nel frattempo, paradossalmente, l’azienda è fuori dalle procedure concorsuali e in Tribunale non si nascondono le preoccupazioni per ulteriori operazioni fuori controllo che il gruppo Klesch potrebbe mettere in atto.

Per i 106 lavoratori dell’Acciaieria, già ora in cassa integrazione straordinaria, si apre la delicata partita della conferma degli ammortizzatori sociali nella probabile procedura fallimentare, che, a sua volta, dovrà valutare le offerte di acquisto presentate in queste settimane da Acciaierie Venete (43 milioni per Borgo e Odolo), Ori Martin (39 milioni solo per Odolo), Mosteel-Hadid (2,5 milioni solo per Borgo).

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