Primiero, sguardi

Dopo la Torre T3 a Sagron Mis, portale di accesso al sistema 3 delle Dolomiti Unesco e unica nel suo genere, con suoi 32 metri di altezza, il cui balcone privilegiato per osservare il gruppo del Cimonega con visori diurni e notturni ad infrarossi si raggiunge salendo le scale, prendendo l’ascensore oppure scalando la parete di arrampicata, da quest’estate c’è un nuovo punto di osservazione privilegiato sull’Alpe Tognola: il balcone panoramico Dolomiti Unesco, primo in Trentino, realizzato dal Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino con il finanziamento del Fondo provinciale per lo sviluppo sostenibile in base al progetto della Fondazione Dolomiti Unesco.
L’intervento ha previsto anche una sistemazione del luogo, consolidando i ruderi dell’arrivo dell’ex slittovia Panzer del 1936.
Rispetto alla torre, la versatilità è minore: non si prevedono allestimenti di mostre o celebrazioni di matrimoni a mezzanotte, ma lo scopo è diverso. Ben si presta, infatti, ad attività didattiche, essendo attrezzato con un adeguato percorso interpretativo facilmente accessibile.
 
Il punto di forza che non avrà rivali, è il panorama che si può gustare dalla zona su cui sorge il balcone, terrazza naturale dove un tempo sorgeva il primo rifugio Tognola: davvero mozzafiato, con la vista che spazia dalla catena porfirica del Lagorai alle Vette Feltrine passando per l’imponente gruppo delle Pale di San Martino. Dal nuovo balcone Dolomiti Unesco si possono scoprire tutte le varietà di forme e colori delle rocce grazie a dei pannelli che raccontano la storia geologica e geomorfologica delle montagne.  
Ma sono le Pale di San Martino ad incantare, costituite per la maggior parte dalla Dolomia dello Sciliar, risultato dell’insediarsi di vere e proprie scogliere coralline, per poi spaziare ad est, dove svettano il Piz di Sagron e il Sas de Mura, testimonianze di aree in cui la deposizione di fanghi calcarei e di organismi marini continuarono ancora a lungo nel mare della Tedide, andando a formare altri grandi e importanti complessi dolomitici formati dalla Dolomia Principale.
 
Alla base del Cimon della Pala si pone davanti la formazione ben stratificata e con evidenti pieghe che dal centro di San Martino di Castrozza non si nota: è la Formazione a Bellerophon, costituita da gessi alternati a dolomie, calcari e marne, risultato di un ambiente di bassa laguna, quasi una salina, in un clima caldo; le forti compressioni causate dalla collisione tra la placca africana e quella europea piegarono i sottili e teneri strati. 
Più in alto si osservano i fitti strati rossastri, grigio-violetti della potente e caratteristica Formazione di Werfen; anch’essa è il risultato di un continuo alternarsi di trasgressioni e regressioni della linea di costa in quel mare tropicale dove argille rossastre e sabbie calcaree si depositarono, finché sopra di essa si nota la bianca Dolomia del Serla derivante da sedimentazione in zone più tranquille dove potevano insediarsi organismi viventi.
L’osservatorio sarà inaugurato il prossimo mercoledì 31 agosto, alla presenza dell’assessore provinciale all’ambiente Mauro Gilmozzi e del presidente dell’ente Parco Giacobbe Zortea. È raggiungibile con un facile percorso dall’alto della stazione di arrivo della cabinovia Tognola in circa quindici minuti, oppure dal basso lungo il sentiero del Panzer recentemente restaurato in circa un’ora e mezza partendo da San Martino di Castrozza.

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