Tenta di investire un forestale Fungaiolo abusivo nei guai

A processo un cercatore di funghi veneto

Conoscono bene i boschi e custodiscono gelosamente il nome delle località più ricche. E non appena la congiuntura meteo appare ottimale partono alla caccia, mettendosi in cammino quando fuori è ancora buio. Stiamo parlando dei fungaioli. Chi ne conosce sa quanto possano essere tenaci e appassionati, a volte perfino competitivi, spinti più dal fascino della ricerca che non dalla voglia di mangiare un buon piatto di porcini. Ma anche la raccolta dei funghi va fatta rispettando le regole.
 
In questo caso, invece, un cercatore di funghi «abusivo», ha commesso una serie di reati, tanto da ritrovarsi a processo con l’accusa di rifiuto di dare indicazioni sulla propria identità personale, resistenza a pubblico ufficiale e tentate lesioni aggravate. Già, perché per farla franca dopo avere raccolto, senza permesso, tre chili di funghi, l’uomo avrebbe cercato perfino di investire il forestale che lo aveva fermato. 
 
L’incredibile episodio, che nelle prossime settimane approderà in tribunale, è successo nell’ottobre 2015 in Valsugana. Protagonista un uomo di 62 anni residente in Veneto, imputato in concorso con un’altra persona che si trovava con lui e che non è stata però identificata.
 
L’uomo era andato a caccia di porcini nella zona di Scurelle, in località Marangona. Non essendo un residente, come prevede un’apposita disciplina, l’uomo avrebbe dovuto denunciare l’inizio dell’attività e pagare una somma commisurata al periodo di durata della raccolta (nel 2015 il tabellario andava da 10 euro per un giorno a 60 per un mese). La procedura è molto semplice: basta presentarsi in comune (o presso locali abilitati), farsi rilasciare un apposito tesserino, sul quale vengono registrati dati anagrafici e bollino adesivo relativo al periodo di durata dell’attività.
 
Ma il fungaiolo, evidentemente, voleva tornare a casa con la cesta piena di funghi (oltre i due chili consentiti a persona nella nostra provincia) e senza sborsare nemmeno un euro. Quando ormai pensava di averla fatta franca, però, l’imputato è incappato in un controllo da parte di un agente forestale, che lo ha invitato a fornire le proprie generalità e mostrare ovviamente il permesso per la raccolta. Il fungaiolo, però, avrebbe mostrato subito una totale assenza di collaborazione, rifiutandosi di fornire nome e cognome.
 
Dati che sarebbero serviti all’agente per elevare la sanzione per la raccolta dei funghi senza la prescritta autorizzazione e il mancato pagamento della somma da versare. L’uomo, che era insieme ad un altro cercatore non identificato, aveva inoltre raccolto più miceti del consentito. Come detto, però, l’imputato non voleva saperne di collaborare. Anzi, per sottrarsi all’agente, secondo quanto ricostruito dall’accusa, il sessantenne è salito in macchina e, mentre l’agente si trovava ancora in piedi a fianco del posto di guida, con la portiera aperta, ha ribadito che non intendeva fornire i propri dati. Poi ha ingranato la retromarcia: «Se vuoi prenditi il numero di targa e scostati, altrimenti ti investo».
 
Circostanza che, per poco, non si realizzava, visto che l’uomo è partito, sfiorando il fianco sinistro dell’agente, scampato all’impatto con un repentino passo indietro. Da qui la denuncia e il processo. Insomma, quei tre chili di porcini, rischiano di essere più «velenosi» delle amanite.

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