Per i tecnici provinciali «fornela» fuori legge

Verbale a un'anziana di Novaledo: inquina troppo

di Nicoletta Brandalise

Venticinque quintali di legna (buona) da ardere consumati in un anno e bruciati in una stufa datata inquinano? Certo che sì. Ma quanto? Ci saranno sicuramente dati esatti al microgrammo per chilo di monossido di carbonio e particolato per stigmatizzare il logorio della fornela ma il contrasto è stridente con altri camini o biomasse che bruciano quotidianamente nel cielo di Valsugana.

È accaduto infatti pochi giorni fa, nell'ambito della campagna di prevenzione e sicurezza sulle fonti di energia messa in campo da Aprie (Agenzia provinciale per le risorse idriche e l'energia), dall'assessorato all'ambiente del comune di Novaledo e del progetto C.a.m.i.n.o (acronimo di Camini migliori a Novaledo), che ad una signora anziana residente in paese è stato tassativamente vietato di usare ancora la sua vecchia cucina economica. Buttare via, disfarsene, è stato l'ordine dei tecnici provinciali.

Non si accende più il fuoco di supporto al riscaldamento in inverno, né per intiepidire l'aria nella mezza stagione. Basta ai minestroni cucinati sulle piastre, alla polenta girata nel paiolo che profuma di quel bruciato che viene dai boschi. Inquina troppo, pare. Fa la differenza per la salubrità dell'aria che si respira in valle. La questione dirimente per aprire le porte della discarica alla stufa, non sta nel malfunzionamento verificato da test in loco, né dalla cosiddetta prova dei fumi ma nella certezza che apparecchi che vantano un uso più che ventennale sono considerati fuori legge. 

Tutte le motivazioni e tutte le considerazioni sono contenute nel verbale che sarà consegnato al domicilio della signora per posta nei prossimi giorni. Il problema pone anche un'altra questione. Come fare ad acquistare un'altra stufa che costa in media cinquecento euro con una pensione che ne vale altrettanti? Il modo si trova anche se comunque la decisione di Aprie ha messo in difficoltà l'anziana. Saranno 600 i quintali di biomassa inceneriti giornalmente dall'impianto di cogenerazione dell'azienda Menz&Gasser.

Le emissioni tossiche seppure controllate dai camini delle Acciaierie Valsugana e dal traffico sulla Ss47 della Valsugana sono mastodontiche rispetto a quelle di un camino alimentato dalla cucina economica. C'è da sperare che da provvedimenti come questi si incominci bene per stare alla metà dell'opera oppure per chi vuole pensate male che sia più facile vedere la pagliuzza nell'occhio del fratello piuttosto che la trave nel proprio.

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