Museo del giocattolo a Marter

I giocattoli? Sono una cosa seria. Inaugurato il Museo del Gioco presso il Mulino Angeli, la casa degli spaventapasseri, a Marter di Roncegno, frutto delle ricerche etnografiche svolte in tutte le valli del Trentino dal fororeporter Flavio Faganello, che dal 2011 ospita i migliori lavori realizzati nell’ambito del progetto internazionale di Mail Art Spaventapasseri, al quale hanno preso parte oltre 280 artisti provenienti da 31 paesi.

Lo spazio espositivo dedicato ai giocattoli di altri tempi, pezzi unici del periodo compreso tra il XVIII e il XX secolo, è stato inserito nel percorso del museo degli spaventapasseri e ben si sposa con questo contesto familiare e piacevole. Si tratta di un progetto per valorizzare la memoria delle comunità e del territorio presentato dal Circolo Pensionati Primavera di Roncegno e sostenuto dal Comune, come ha spiegato l’assessore alla cultura Giuliana Gilli, su bando di concorso della Fondazione Caritro. La stesura del progetto vincitore e l’allestimento dei due angoli dedicati ai giocattoli sono stati curati da Gabriele Bertacchini, direttore della struttura museale.

La mostra è costituita da vetrine tematiche, corredate da schede espositive, dove si trovano magnifici manufatti, realizzati esclusivamente in legno e provenienti dall’area alpina; “questi oggetti venivano realizzati in un triangolo che andava dalla Val Gardena, in particolare Ortisei, alle città di Oberammergau e Berchtesgaden, in Germania ed erano richiesti tanto in Europa quanto nel Nuovo Mondo, ha spiegato Cavallini: «La produzione gardenese era vastissima e riusciva a coprire l’intero mercato».

Nello scaffale dei giocattoli femminili si scoprono bambole di ogni tipo: dalle bambole manichino, adoperate sia come giocattolo che nel mondo della moda o dell’arte, a quelle che venivano vendute come le più piccole bambole snodabili del mondo, con delle dimensioni da far invidia a Pollicina. Il gioco maschile si concentrava sui cavallucci di legno, di ogni forma e dimensione, da traino e a dondolo, per le famiglie più agiate. Grande spazio riservato anche alle marionette della commedia dell’arte, ai giochi di fattura domestica e a quelli istruttivi basati sul movimento, sulle storie sacre e sugli animali esotici.

Nel museo si possono ammirare anche alcuni giocattoli ad incastro denominati «di prigionia» perché realizzati da soldati russi durante la Prima Guerra Mondiale, forse nella speranza di poter, un giorno, rivedere i propri bambini. L’offerta del museo non si ferma all’osservazione di oggetti in bacheca, ma il percorso è integrato da laboratori per bambini che prevedono la costruzione di giocattoli in legno per stimolare la creatività e la manualità e rendere questa esperienza un’occasione per riscoprire i piccoli piaceri dell’artigianato.

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