Discarica monte Zaccon Condanna confermata

Nuovo processo (è stato il quarto) con condanna (come previsto ridotta) nel procedimento per traffico di rifiuti nel sito di ripristino di monte Zaccon (Marter) e presso la discarica di Sardagna. Ieri la corte d'appello di Bolzano ha condannato Simone Gosetti, l'ex amministratore della Ripristini Valsugana e ex presidente di Sativa spa, alle pena di un anno e 2 mesi di reclusione, con uno "sconto" di due mesi rispetto alla pena inflitta dalla corte d'appello di Trento.

La sentenza, però, ha anche alcune importanti implicazioni di natura civilistica: le parti civili - e cioè 53 residenti di Marter e dintorni con l'avvocato Mario Giuliano e il Wwf con l'avvocato Maurizio Piccoli - restano in gioco (per le altre restava valido quanto deciso con il primo giudizio d'appello).

Anzi la sentenza della Corte d'appello di Bolzano condanna l'imputato ad un generico risarcimento nei loro confronti. Questo significa che le parti civili valuteranno se promuovere una causa civile. Tutto ciò, però potrà avvenire solo al passaggio in giudicato della sentenza che non è dietro l'angolo. La Corte d'appello si è presa 90 giorni di tempo per motivare la sentenza di ieri. Al suo deposito la difesa di Gosetti, sostenuta dall'avvocato Roberto Bertuol, potrà ancora promuovere un nuovo ricorso per Cassazione.

Gosetti era stato processato per traffico illecito di rifiuti, falsificazione di rapporti di analisi e dei registri di carico e scarico e violazione dei sigilli, per il conferimento di tonnellate di rifiuti «illegali» a Monte Zaccon e parte anche a Sardagna.
I processi hanno avuto esiti altalenanti. In primi grado era caduta l'accusa più pesante di traffico di rifiuti per Sardagna e la pena era stata dunque di un anno.

In appello, invece, avevano riconosciuto il reato anche per Sardagna e dunque c'era stato un lieve inasprimento a 1 anno e 4 mesi.

In seguito la Cassazione ha rinviato il procedimento di fronte alla Corte d'appello di Bolzano per rideterminare la pena visto che nel frattempo erano caduti in prescrizioni alcuni reati contravvenzionali.

In un primo tempo era sembrato che i giudici della Suprema corte avessero tagliato fuori le parti civili, ma così non è stato. La valutazione su questo aspetto è stata rimessa alla Corte d'appello di Bolzano che ieri ha riconosciuto ai 53 residenti di Marter e al Wwf il diritto al risarcimento dei danni. Un diritto che però potrebbe essere difficile far valere.

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